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lunedì 6 febbraio 2023

Capita

  L'Unità del Paese è a rischio con
l'autonomia differenziata?

Secondo Antonio Polito (sul Corriere) alcune regioni meridionali (e per il vero non dalla Sicilia) si levano giudizi di accesa condanna, e di vivivaci proteste contro la recente proposta di legge concordata dai partiti del Centro-Destra che porta il nome di Calderoli (il che già mette in allarme di per sè, trattandosi dell’autore di una precedente e lontana legge da lui stesso poi definita Porcellum).

 La sinistra  (o meglio, il centro-sinistra) governa, nel Meridione, in Campania e nella Puglia e stando a quanto è dato leggere sui giornali promette fiere battaglie di contrasto.
 Come tutti gli italiani sappiamo, lo spazio di contrasto del Pd -in realtà- sarà piuttosto ristretto per la semplice ragione che il principio dell’autonomia differenziata, ai tempi del ruolo effettivo del Pd, l’ha introdotto proprio esso nella Costituzione con la riforma del 2001. Cosicché il contrasto (che di fatto serve per preservare l'unità del Paese) della Sinistra si sostanzierà non sulla sostanza dell'autonomia differenziata ma per il modo in cui si intende attuare il principio. Da qui, le parole d'ordine secondo cui il disegno di legge Calderoli «spacca il Paese», «penalizza il Sud», «aumenta il divario», e in definitiva è l’ennesima rapina di risorse a vantaggio del Nord e delle aree più ricche del Parse.

 Come stanno le cose, secondo Polito ?  
 La legge per l'autonomia differenziata prevede i Lep, i livelli essenziali di prestazione, e condiziona l’autonomia differenziata al rispetto di quei livelli per tutti, «senza aggravio» per la spesa pubblica. Una circostanza che ovviamente è impossibile che possa avvenitre. Di fatto potrebbe avvenire: o lasciando i cittadini che hanno avuto la ventura di nascere nelle regioni più povere nell’attuale condizione di inferiorità, oppure fermando la corsa all’autonomia delle regioni più ricche, rendendo così inutile la legge.

 Il Meridione da sempre viene accusato di usare attegiamenti rivendicativi, come se l’unica cosa di cui si dovessero occupare fosse la difesa della quota di spesa pubblica destinata al loro territorio. Il punto di vista generale del Paese raramente viene considerato come utile e questo contribuisce a indebolire le buone ragioni di un'ottica "generale", dando così spago alla caricatura di un Sud straccione che i nordisti da sempre accreditano.
 Tutti, meridionali compresi, dovremmo riscoprire i vantaggi che può offrire un rilancio della costruzione statuale comune. Difenderla dai piani pseudo o proto secessionisti. 
  Il piano Calderoli va contrastato pertanto in nome dell’unità nazionale, modo migliore di premere sul vertice del governo perché non passi così com’è.
 

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