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domenica 26 febbraio 2023

Alle radici dell'Umanità (8)

 IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag. 8


-Noè e il Diluvio

La Bibbia, dopo la descrizione di ciò che capitò fra Caino ed Abele riferisce che Adamo ed Eva diedero alla vita un ulteriore figlio, Set (Genesi 5,3), da cui seguì una lunga elencazione di discendenti. Narra ancora Genesi che "gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie" e che questa traccia e modalità di espansione attirò l'interesse di un gruppo misterioso, "figli di Dio", che si unirono alle figlie degli uomini. 

Nella cultura (e miti) mesopotanica del tempo, prevalente e dominante nei primi millenni della Storia medio-orientale, e poi nella mitologia greca, spiegano gli storici, si incontrano descrizioni in cui i semi-dei entravano in relazioni con le donne mortali.

Cosa vorrebbero significare questi miti?
Le interpretazioni, secondo il teologo Meredith George Kline (1922 – 2007: teologo, assirologo ed egittoloco), vanno colte nella circostanza che i "figli di Dio" sono i re delle prime città-stato della Storia, sorte nel Sumer antidiluviano (la prima civiltà urbana assieme a quella dell'antico Egitto e della valle dell'Indo. 
 Si trattava -stando agli storici- di un'etnia della Mesopotamia meridionale, che visse in quella regione tra il IV e il III millennio a.C.). Questi "re" per affermare il loro ruolo di guida avrebbero ritenuto di godere del consenso divino. 
 Gli storici sostengono che, se questa asserzione fosse fondata, si tratterebbe del primo riferimento di portata storica, la più antica, rinvenibile in Genesi.
  
   Il testo biblico dopo aver accennato al mito dei "figli di Dio" tratta -ancora- di un ulteriore gruppo enigmatico (Nephilim) che Genesi definisce eroi dell'antichità (numeri 13,33).  Le letture archeologiche basandosi su un manoscritto del Mar Morto (4Q417) ipotizzano che si tratterebbe di discendenti di Set (angeli caduti), ripresi pure in  Giobbe (1,6; 2.1).
 
  Quanto finora tratteggiato senza intenti nè storici nè religiosi si riferisce ad un periodo-pre storico della vicenda degli uomini, quando la gente della Terra  aveva gia' conosciuto la "corruzione" : "la malvagità degli uomini era grande sulla terra" (Genesi 6,5) e Dio si sarebbe addirittura pentito della creazioine. 

  Il tutto lo stiamo attingendo e ampiamente sintetizzando dallo studio della National Geografic.
(Segue)
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I Tempi scientifico-storici:

Circa 3500 a.C.        Circa 3400 a,C.     Circa 3300          Circa 3200       Circa 3100         Circa 3000

Ha inizio l'Antica            In Mesopotamia        I nòmi o distretti        Primi esempi       Gli egizi sviluppano     Nel Sumer

Età del Bronzo             compaiono le prime     dell'antico Egitto         di scrittura        la mummificazione      compare la prima 

                                 città-stato             vengono organizzati      pittografica         per la conservazione        canalizzazione 

                                                                            in due regni distinti        mel Sumer        dei morti.                    delle acque.

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 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo "I volti dello Spirito"

...E l'unico volto umano -intendo di persona realmente esistita- interamente "spirituale" è quello della Madre di Dio: "Tutta santa", dicono i testi liturgici , che evocano lo Spirito come "onnisantità". Da qui si intravede quale possa essere il carisma della donna: forse quello  "di dare alla luce Dio nelle anime devastate", come diceva Pavel Evdokimon.
Perciò la forza della resurrezione, silenziosamente custodita nella chiesa, dev'essere irradiata da ogni persona e dalla comunione delle persone, secondo una libertà ispirata, illuminata, resa creativa  nell'amore dalo Spirito. La tradizione è questa perpetua "novità dello Spirito" che scorre nel corpo di Cristro. Lo Spirito suscita incessantemente nuove vocazioni personali, le rende capaci di corrispondere ai segni dei tempi, agli interrogativi della storia, attingendo all'inesauribile ricchezza del corpo di Cristo.
Certo, lo Spirito non ha una parola diversa  da quella del Verbo, ma "chi crede in me" , dice Gesù. "compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi" (Gv 14,12). La rivelazione non è chiusa, nel senso che la sua essenza è ineffabile, escatologfica, e che lo Spirito, fino alla parusia, può ancora suscitare, a seconda dei tempi e dei momenti, rivelazioni della rivelazione. Proprio per questo tale "novità", nella quale tutte le culture umane sono chiamate  a rendere gloria, non può essere rottura, ma fedeltà. La tradizione è una sinfonia ispirata dallo Spirito: tutte le generazioni, tutti i linguaggi (anche quella degli uccelli:  Messiaen l'ha capito bene!) sono chiamati a tale opera di composizione. Attraverso le manifestazioni  ancora incompiute  e glin avvenimenti tragici  della storia lo Spirito prepara la seconda venuta del Signore, la piena fruttificazione del seme di Cristo grazie alla preghiera dei santi, al sangue dei martiri, e a tutte le creazioni nelle quali si iscrive la "vita più elevata".

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