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domenica 5 febbraio 2023

Capita

 E Putin esplicita le intenzioni in caso la Russia dovesse trovarsi in difficoltà


Parlando a Volgograd (la Stalingrado), Putin sfodera nel ricordare la disfatta nazista il linguaggio  retorico-guerresco

Putin ribalta il racconto sull’Operazione
militare speciale: la Russia è un Paese
aggredito. E minaccia: «Una guerra moderna con noi
sarà ben diversa: non ci limiteremo ai carri armati»


«Cari veterani, amici! Oggi celebriamo una data importantissima, carica di destino, nella storia del nostro Paese e di tutto il mondo. Esattamente 80 anni fa, qui nella terra di Stalingrado, sulle rive del grande fiume Volga fu fermato e irrimediabilmente fatto ritirare l’inviso e feroce nemico».
 Egli, ignorando il ruolo della Russia aggressore di uno Stato sovrano (l'Ucraina), presenta il suo Paese come aggredito da forze nemiche e pertanto obbligato a difendersi come accadde a Stalingrado. Le sue parole erano rivolte ad un uditorio interno, compresa la sua voce grossa sulla potenza di fuoco degli eredi dell’Armata Rossa. La sua è una propaganda televisiva spinta sulla vittimizzazione della Russia.

 Con espedienti retorici che legano due eventi tra loro così diversi. «Il nostro dovere morale, anzitutto di fronte ai soldati vincitori di quella battaglia (Stalingrado) , è di serbare con cura e in tutta la sua pienezza, la memoria di quella impresa eroica, di tramandarla alle successive generazioni, di non consentire a nessuno di travisare e sminuire il ruolo della battaglia di Stalingrado nella vittoria sul nazismo, nella liberazione del mondo intero da quel male mostruoso».

 Senso del discorso?

 Oltre che minacciare l'uso dell'arma atomica, Putin ai suoi cittadini lascia intendere che non è la Russia ad aggredire l'Ucraina, ma l'Occidente che, da guerrafondaio, minaccia la Russia. Da qui  prosegue:

«Ora, purtroppo, vediamo che l’ideologia del nazismo nella sua veste contemporanea crea di nuovo minacce dirette alla sicurezza del nostro Paese. Di nuovo e sempre di nuovo siamo costretti a respingere l’aggressione dell’Occidente collettivo. Sembra incredibile, ma è un dato di fatto: ci minacciano nuovamente con i carri armati tedeschi Leopard, sul cui bordo ci sono le croci. E di nuovo si combatte nella terra ucraina contro i seguaci di Hitler, i banderiani ». Stefan Bandera fu un politico ucraino che durante la Seconda guerra mondiale si schierò con gli occupanti nazisti, fondando l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini. 

«Coloro che trascinano Stati europei, inclusa la Germania, in una nuova guerra, coloro che contano di conseguire una vittoria contro di noi sul campo di battaglia, evidentemente non capiscono che una moderna guerra con la Russia sarà per loro ben diversa. Noi non inviamo i nostri carri armati verso i loro confini ma abbiamo qualcos’altro con cui rispondere. E non ci limiteremo all’uso dei mezzi blindati. Siamo sicuri della nostra vittoria. Tutti lo devono capire».

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