Investire sull’uomo, in educazione
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| Teodoro Schulz: Investendo su di se’, gli esseri umani aumentano il campo delle loro possibilità e, con esso, possono vedere accrescersi il proprio benessere. |
Nella seconda metà del Novecento l’economista Teodoro Schulz propose di considerare le spese di educazione/formazione che gravavano sui bilanci pubblici come spese di investimento, dal momento che l’educazione e’ parte della persona che la riceve e pertanto costituisce capitale umano. Da allora la scienza economica inquadrò la spesa pubblica per l’educazione (=la formazione culturale) non più come spesa di consumo, ma come un investimento.
La teoria economica considera, in buona sostanza, le conoscenze (=la formazione culturale) come fattore ulteriore del processo produttivo, equiparabile al capitale investito negli impianti fissi: maggiore è il livello di formazione, tanto maggiore sarà la capacità che ha un lavoratore di produrre beni e/o servizi, e di conseguenza più alto sarà il reddito che gli compete.
Per la teoria economica del “capitale umano” il valore economico della formazione amplia la capacità dei lavoratori di accrescere la produttività.
L’educazione, ovvero la formazione di ciascuna persona impegnata nel processo lavorativo, costituisce un investimento in capitale umano, nel senso che coloro che si formano pagano oggi un prezzo in termini di tempo e di costi per iscrizione a scuole o di materiali formativi con l’obiettivo di essere più produttivi in un domani e, verosimilmente, di conseguire maggiori guadagni (redditi).
Educarsi, formarsi, studiare rappresenta in buona sostanza un investimento oggi per conseguire, in un domani, redditi più ampi.
Questa teoria economica, che possiede ovvietà percepibili nel vivere corrente di ciascuno, ha avuto, in campo scientifico/sociale, conseguenze su cui contiamo di intrattenerci in seguito.
(Segue)

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