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giovedì 28 agosto 2025

Proviamo a conoscere elementi di archeologia

La guerra di Troia ha definito e plasmato
il modo con cui la cultura greca antica e’
stata percepita sino ai nostri giorni. Il
racconto, coinvolgendo divinità ed eroi
guerrieri, costituisce verosimilmente una
delle fonti antiche che più sono capaci
di farci comprendere il mondo bellico e
quello religioso, le usanze e i
comportamenti degli antichi
Greci, che stanno alle radici
del modo di pensare e della
cultura occidentale.






Perché ad Entella tutto langue? 

Tanti di noi hanno memoria di quando nei programmi scolastici era d’obbligo approfondire le origini della cultura e del modo di pensare europeo anche attraverso i testi di Omero. Si cominciava con la vicenda dei figli di Atreo, da cui comincia la dinastia atrida. I figli di Atreo, Agamennone e Menelao che presero in sposa rispettivamente Clitennestra ed Elena, figlie del re di Sparta, Tindareo. 

Menelao, re di Sparta, e Agamennone, re di Micene, furono i personaggi che raffigurano l’origine del modo di pensare “greco”, essi si trovarono ad essere i signori dell’intero Peloponneso. Ma su loro pendeva quella che abbiamo definito, nella precedente pagina, la maledizione di Mirtilo,  che stava impersonata nelle rispettive mogli.

Come Omero imposta, nella sua Opera, quel modo di pensare che in qualche modo ci portiamo ancora appresso? Paride, figlio di Priamo, re di Troia, passa attraverso i territori del Peloponneso e si innamora di Elena. Questa acconsenti’, o forse fu rapita, e da quella vicenda Omero ci tramanda la reazione guerresca degli achei, reazione che per secoli e millenni ha caratterizzato la natura degli europei e, per la verità di ogni popolo, per risolvere (o per aggravare) le situazioni che si presentano in ogni vicenda umana.


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