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domenica 3 agosto 2025

La domenica serve anche per riflettere

 La Bibbia

Presentazione alla Bibbia di Gianfranco Ravasi.  E' ormai un luogo comune affermare che la Bibbia -sopratutto in Italia- sia un "libro assente". Forse materialmente una qualche edizione, patinata o impolverata, delle Sacre Scritture fa capolino sugli scaffali, di solito radi di libri, delle case italiane. La lettura e la conoscenza del testo biblico sono ancora un'avventura non proprio comune per cui, per certi versi, si potrebbe ripetere l'ironica considerazione  del poeta francese  Paul Claudel, convinto che "i cattolici mostrino un grande rispetto nei confronti della Bibbia e questo rispetto lo attestano standone il più lontano possibile".

Per Bibbia ebraica (o Tanakh) intendiamo i 24
libri scritti in ebraico e raccolti in tre parti:
il Pentateuco 
(Torah), i Profeti (Nevi’im) e gli
Scritti (
Ketuvim). Sono il fondamento
dell’ebraismo e costituiscono l’Antico
Testamento cristiano. Anche l’islam presta
particolare attenzione alle narrazioni della
Bibbia ebraica. Molte sono incluse nel
Corano o nella letteratura islamica.




Bisogna, però, ugualmente riconoscere che, nell'ambito dei credenti praticanti italiani, le cose sono cambiate in modo sensibile a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso quando, su impulso del Concilio Vaticano II, la liturgia domenicale e feriale, la catechesi, la spiritualità, la teologia si sono fortemente riavvicinate alla Bibbia. La stessa cultura "laica" ha sentito sempre più l'esigenza di riaccostarsi a questo patrimonio letterario, etico e spirituale che per secoli è stato il "grande codice" del pensiero e dell'esistenza dell'Occidente (per usare la famosa espressione coniata dal poeta e artista inglese William Blake per definire il valore culturale delle Scritture Sacre ebraico-cristiane e riprese nel titolo di un noto saggio del critico letterario canadese Northrop Frye).

 Già nell'Ottocento un autore non certo di matrice confessionale come Francesco De Santis lamentava che "nelle nostre scuole dove si fanno leggere tante cose frivole, non sia penetrata un'antologia biblica, attissima a tener vivo il sentimento religioso che è lo stesso sentimento morale nel suo senso più elevato". Anche ai nostri giorni Umberto Eco -che, con altri  intellettuali e uomini e donne impegnate civilmente, ha proposto l'inserimento dell'insegnamento bibblico nei programmi scolastici, a prescindere dall'ora di religione- si domanda: "Perchè i ragazzi nelle scuole devono sapere tutto degli dei di Omero e quasi nulla di Mose? Perchè la Divina Commedia e non il Cantico dei cantici?".


Breve Riflessione da La Didachè

utile per i troppi politicanti dei nostri giorni

  Guai a chi riceve; se riceve avendone necessità è senza colpa; se riceve non avendone necessità renderà conto perchè ha ricevuto e a farne che cose. Posto in prigione sarà interrogato su ciò che ha fatto e non sarà liberato sino a quando non avrà restituito l'ultimo quadrante.

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