La protesta si manifestò in comportamenti di disobbedienza nella scuola, nel diffuso rifiuto delle gerarchie, nel nuovo modo di vestire accompagnato da una progressiva liberalizzazione sessuale resa possibile dalla diffusione degli anticoncezionali.
Forte motivo di contestazione fu l’ancora persistente Guerra del Vietnam ai tempi del Presidente Lyndon B. Johnson - che da politico riformatore avrebbe voluto portarla rapidamente a conclusione per dedicarsi a un imponente piano di riforme sociali, ma avvenne invece che la rivolta negli USA andò ad intrecciarsi con quella degli afroamericani, i quali ritenevano non più rinviabile la loro definitiva emancipazione (il processo era in corso da un secolo)-.
Il ’68 era iniziato come movimento di protesta studentesca ma non tardo’ a diventare una ribellione generalizzata che stava contagiando gli operai, la base dei partiti di sinistra, i licei e anche altri ceti e generazioni. Oltre alle università, ne fu investito il mondo del cinema, della letteratura, delle arti. Il contagio arrivò persino nei paesi comunisti dell’est europeo e in Cecoslovacchia, dove emerse la figura di Dubcek che puntava a democratizzare il paese e che però si vide arrivare i carri armati russi a Praga e spegnere quella che era stata definita dalla stampa mondiale la “Primavera di Praga”.

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