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sabato 2 agosto 2025

Altri tempi: la società contadina

I mulini ad acqua dell’area contessiota, e
di quella prossima e comunque della
valle del Belice, in grande parte,
furono azionati e gestiti dai
Clesi. I cereali (prevalentemente il
grano) venivano macinati utilizzando
l’energia idraulica.

Ai nostri giorni, le vestigia degli
impianti molitori salvati dalla
modernità, assolvono ad ruolo
culturale ed evocativo sullo
stile di vita dal periodo medievale
e fino ai primi decenni del novecento.





 Terra, grano, mugnai e fornai

   Da quanto abbiamo appreso dai nonni e dai parenti tutti, vissuti in decenni precedenti ai nostri, la Sicilia contadina e/o comunque agricola non è mai vissuta sotto il segno dell’abbondanza e/o comunque del benessere. L’agricoltura, e più specificatamente la cerealicoltura, ha sempre e comunque, dai tempi antichissimi, segnato il vivere delle aree interne dell’Isola.

  A scuola abbiamo appreso che la Sicilia fu granaio della Grecia prima, dell’Impero romano dopo ed ha conservato il primato della produzione di grano sotto l’Impero bizantino e poi con gli Arabi. Le navi cariche di grano per secoli e per oltre un paio di millenni si sono sempre dirette verso le coste ligure, toscane, della Catalogna, dell’Africa settentrionale. Su un giornale di qualche anno fa si poté leggere che la Sicilia nei secoli trascorsi e’ stata una sorta di Argentina, di Canada’, un’Ucraina fornitrice di grano verso le più disparate destinazioni.

  Pare che il declino dell’Isola in quanto fornitrice di grano sia cominciato nella seconda metà dell’Ottocento, ad unificazione del Paese avvenuta. Le cause sarebbero state la forte contrazione delle rese per ogni ettaro coltivato e verosimilmente l’avvenuto aumento del consumo interno. L'Unità del Paese segnò il declino dell’Isola quale grande esportatore di cereali.

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 Su queste problematiche, come promesso ed in quanto figlio di mulinaro, proverò di intrattenermi, con ottica storico-economica ovviamente.

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