
Dall’Unione Europea si preannunciano
tagli al comparto agricolo.Banca d'Italia stima un'inflazione dell'1,5% per l'intero 2025.- Dati Istat: A giugno 2025, l'inflazione ha raggiunto l'1,7% su base annua. A luglio 2025, l'inflazione è rimasta stabile all'1,7%
«La risposta più semplice è che il lavoro stesso – quello dipendente – si è impoverito: in remunerazione ma anche in qualità per una buona parte degli italiani. Perché il sistema economico, soprattutto il comparto industriale che era il fiore all’occhiello e il motore primo del Paese, si è sfilacciato. Abbiamo perso molti grandi campioni, restiamo ancorati a un sistema di piccole aziende, flessibili sì ma non in grado di essere all’avanguardia nello sviluppo di nuove tecnologie e processi, scontiamo una scarsa produttività di sistema. I servizi non hanno supplito creando sufficiente valore, specializzazione e innovazione».
E su noi delle aree interne?
l’Unione taglia i fondi all’agricoltura
Il nuovo bilancio europeo è più ricco ma non per le risorse destinate al settore rurale. Il taglio del 24% sta già sollevando dubbi e preoccupazioni. Fino ad oggi circa i due terzi del bilancio comunitario erano riservati all’agricoltura e alle politiche di coesione. L’attenzione al mondo agricolo era ed è finalizzata al sostegno dei redditi di chi coltiva e, soprattutto, alla qualità delle produzioni. Oltre che alla sicurezza alimentare che oggi intendiamo come la disponibilità di cibi sani.
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