Sui giornali di questi giorni si leggono notizie che inevitabilmente lasciano riflettere. E riflettere tanto.
Ci capita di leggere che una proposta di contratto da “1,5 miliardi” è da mesi sul tavolo di Palazzo Chigi e, se accettata dal nostro governo, aprirebbe a Starlink (l’azienda di un signore privato, Elon Musk) l’accesso al mercato europeo delle telecomunicazioni militari.
Leggiamo che già oggi sul fronte ucraino capita di scorgere, mimetizzato nella radura o montato su mezzi di terra e di mare, un grosso piatto bianco. Più dei mitragliatori, dei missili e dei carri armati, quell’oggetto di forma tonda o rettangolare è in grado di orientare le sorti della guerra fra Kiev e Mosca. Si tratta dei terminali di Starlink, grandi modem che consentono alla Terra di comunicare con la rete di satelliti spaziali di Elon Musk.
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Il piano, l’intenzione del sig. Musk, prevede di piazzare 12 mila satelliti in orbita bassa, a circa 500 chilometri dalla Terra. Da quella altitudine potrà fornire una connessione molto più veloce e potente rispetto ai tradizionali satelliti geostazionari che si trovano a 36 mila chilometri dal pianeta e già’ attualmente utilizzati principalmente per osservare la terra e le comunicazioni militari o in aree critiche.
Trump (…) ha nominato alla guida della Nasa un socio di SpaceX, Jared Isacmaan, consegnando di fatto a Musk, ad un signore privato, le chiavi dell’agenzia aeronautica più importante e ricca del mondo. Oggi Starlink è disponibile in 125 Paesi e conta 4,6 milioni di abbonati, di cui circa 50 mila in Italia.
Chi accede ai dati riservati? si chiedono le coscienze pensanti ?
Per gli utenti dei suoi servizi, pare di capire che il predominio spaziale di Musk comporta la dipendenza non solo dagli umori volubili di quell’uomo più ricco del mondo, ma anche del governo americano. I clienti di Starlink sarebbero, di fatto, clienti degli Stati Uniti.
La domanda che gli esseri pensanti si pongono, e che è più che mai urgente, visto il disprezzo manifestato da presidente, vicepresidente e segretario della Difesa Usa verso gli europei: in che mani si finisce?. Secondo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, l’Italia è, sarebbe, in grado di proteggere i suoi dati strategici con tecnologie proprietarie di cifratura.