Dove nasce la violenza?
Goffredo Fofi |
C’è anche una base culturale del disagio, che è un po’ la stessa, nell’abbandono. I poveri, diceva un prete che conoscevo e che ho molto amato negli anni cinquanta, don Zeno Saltini, i poveri sono sporchi, non sono puliti, i poveri puzzano; me lo diceva quando, nel mio idealismo giovanile tra populismo e pauperismo, ero un po’ troppo ingenuo rispetto alla realtà; e lui mi metteva in guardia, dicendomi, stai attento, i poveri sono poveri anche moralmente e spiritualmente, in quanto le loro condizioni di vita li portano a essere tali, li portano a uno stato di abbandono, a uno stato di miseria che diventa facilmente anche miseria morale.
Le condizioni materiali servono a cambiare il rapporto dell’uomo con la violenza. Se noi riusciamo a cambiare le condizioni di vita , a ridare una qualche armonia ai rapporti tra le persone, certamente le persone saranno meno predisposte alla violenza, faranno meno violenza.
C’è, pero, un’altra violenza che nasce pure dalle condizioni materiali, e non è tanto la violenza determinata dalla lotta per il potere, quanto, proprio, dalla lotta per il possesso. … Secondo me, il problema non è il potere in quanto tale, il potere è anch’esso un effetto di una lotta che riguarda soprattutto l’avere, che riguarda il possedere. Il problema del possedere è più forte che non il problema del comandare. Il comandare è, può essere, una cosa estremamente sana all’interno di società sane. E’ semplicemente l’assunzione di responsabilità di certe persone che sono più in grado di esercitare in vista del bene comune, nei confronti di un’armonia possibile: sono guardiani della società, guardiani della pace, presenze attive all’interno di una società, che proteggono la società dai vari tipi di violenza a cui, per l’appunto, può essere sottoposta.
Gli psicologi spesso dicono che dietro ogni delinquente, dietro ogni persona violenta c’è un bambino male amato, un bambino non amato.credo che, in sostanza, sia vero e che il problema, alla base, sia questo: quello di che cosa noi facciamo dei nostri bambini, che cosa noi facciamo ai nostri figli. Il problema della mitezza o il problema della violenza deriva in grandissima parte da questo.
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Goffredo Fofi
Testo estrapolato dalla Rivista Segno n. 170/1995, curata da Nino Fasullo
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Goffredo Fofi
(Gubbio, 15 aprile 1937) è un saggista, attivista, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale italiano. La sua visione da intellettuale impegnato è volta alla costruzione di una rete alternativa alla cultura del consumismo e dell'omologazione culturale. Il suo impegno critico si incentra soprattutto sul rapporto fra la realtà sociale e la sua rappresentazione artistica, in particolare nel cinema. All’età di 86 anni, resta un intellettuale molto speciale.
Non è solo un critico di cinema e letteratura e animatore di numerose riviste culturali che hanno fatto la storia d’Italia, ma un attivista sociale che ha sempre accompagnato importanti esperienze educative e politiche di autorganizzazione. Dal Centro di Coordinamento Campano, alla Mensa dei bambini proletari e al Centro Sociale Damm (solo per citare quelle napoletane) il suo percorso di vita ha tessuto continue reti di connessioni tra cultura, pedagogia e politica.
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