Pronto Soccorso =
Interessamento verso il prossimo
In Italia ci fanno sapere i giornali le difficoltà della sanità pubblica sono rappresentate anche dalla situazione dei Pronto Soccorso. |
Il verbo latino promere, da cui origina promptus, sta all’origine dell’italiano pronto, ossia l’aggettivo che in Italia accostiamo al termine soccorso, derivato da soccorrere.
Sub+curro richiama l’azione del «correre sotto» a una persona per sollevarla, sia letteralmente che metaforicamente. Il soccorso si propone di sostenere chi è in difficoltà e conseguentemente non deve diventare un affannarsi che poco ha a che fare con la corretta presa in carico della fragilità. Il termine emergenza racchiude l’idea del «venir fuori», uscire dall’acqua, di un venire alla luce che dialoga con l’immagine della nascita.
E’ dall’alba dell’umanità, e magari nell’ambito della guerra, che è iniziata a fiorire la scienza medica. Durante la guerra di Troia, i medici Podalirio e Macaone, figli del dio Asclepio, esercitavano la techne prestando soccorso ai feriti.
E adesso, recentemente, gli archeologi ci fanno sapere che la civiltà della cura aveva cominciato a prendere corpo — secondo l’affermazione attribuita all’antropologa Margaret Mead — nel momento in cui, almeno quindicimila anni fa, qualcuno aveva aiutato la guarigione di un femore rotto, facendo saldare la frattura (come indicava il callo osseo trovato sul reperto).
Il rinvenimento dell’antropologa ci dice che una comunità umana di 15.000 anni fa ha saputo fermarsi dai propri individuali interessi e dalle proprie preoccupazioni per permettere a qualcuno di tornare a reintegrarsi in essa: verosimilmente si tratta della prima lezione di civiltà di cui abbiamo testimonianza.
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