Olivicoltura italiana ante-unione Europea
Un quadro generale
Negli anni venti del Novecento la superficie complessiva destinata agli uliveti era in Italia di 2,295 milioni di ettari (1,717 promiscua e 0,577 specializzata), passo’ a 2,176 milioni di ettari (1,717 promiscua e 0, 823 specializzata) nel 1938, ed arrivo’ a 2,211 milioni di ettari nell’immediato dopo-guerra 1947 (1.383 promiscua e 0,828 specializzata).
Nuovi modelli colturali - - - I maggiori produttori sono la Spagna, l'Italia e la Grecia, mentre gli altri produttori non comunitari sono Siria, Tunisia, Turchia e Marocco. I maggiori consumatori, invece, sono l'Italia, la Spagna e gli Stati Uniti, dove il consumo è aumentato in maniera esponenziale, seguiti dagli altri paesi produttori. |
In regime politico U.E.
I dati AIMA (che tengono conto del catasto olivicolo) asseriscono che le piante di ulivo in produzione nell’anno 2000 erano circa 170 milioni; ma altri dati, già nel 2004, indicavano cifre abbondantemente superiori di piante per effetto di numerosissimi nuovi impianti realizzati con l’aiuto incentivante comunitario.
Le aziende agricole che si dedicano all’olivicoltura sono circa 1,200 milioni e secondo dati, comunque non ufficiali, le superfici medie aziendali olivate sono dell’ordine di 1 Ha circa.
Negli ultimi decenni le pratiche colturali sono significativamente migliorate rispetto ai decenni trascorsi. Secondo dati diffusi qualche anno fa la produzione media per ettaro di oliveto specializzato si aggira sui 2,43 t di olive e di 0,48 t di olio.
Le regioni dove l'ulivo ha maggiore diffusione sono, nell’ordine: Puglia (38,9%), Calabria (24,7%), Sicilia (13,7%), Toscana (8,3%), Campania (7,1%), Lazio (5,1%) …
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Periodicamente sul blog esploreremo la realtà agricola siciliano attraverso il modello della olivicoltura.
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