La Jarida: cosa c’era 350 anni prima che
sorgesse Contessa
La Carta archeologica di Contessa Entellina contiene una dettagliata, e sopratutto interessante, schedatura delle fonti storiche sul territorio, fra cui (forse la più interessante) c’e’ la Jarida di Monreale, la cui compilazione risale al 1182.
Il castello di Battellaro risale al periodo arabo |
Per noi attuali residenti a Contessa particolarmente interessante è la sezione territoriale Divise Battallarii che era stata sotto la signoria di un certo signore -Goffredo appunto di Battellaro-, del 5 febbraio 1183, con la quale il Papa Lucio III conferma all’Arcivescovado di Monreale la donazione dei castelli di Iato, Corleone, Battellaro e Calatrasi e di altri beni, tra i quali la chiesa del S. Sepolcro in Messina “che appartiene a Goffredo di Battellaro”.
A giudizio di altri storici Goffredo doveva essere già morto nel 1178, quando Guglielmo II donò a S. Maria di Monreale “totem terra que fuit olim Goffridi de Batellario”; secondo alcuni, invece, il feudo fu tolto a Goffredo per defezione o indegnità. Secondo altri carteggi, Bartolomeo, vescovo di Agrigento, alla cui diocesi il territorio di Battellaro apparteneva, cedette al Monastero di S. Maria le decime e le rendite relative.
Sulla scorta di ricerche storiche, condotte con metodi scientifici, più recentemente, da Istituti universitari proveremo a capire se o come attraverso quali passaggi il territorio dell’odierna Contessa Entellina e Calatamauro, da quel Goffredo di Battellaro sia pervenuto dopo tre secoli ai Peralta.
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