Religione storica, religione rivelata
Il primo periodo della Storia del Cristianesimo è tutto condensato nei quattro Vangeli e nelle lettere di San Paolo, ed in testi di altri discepoli, finalizzati alla formazione della nuova religiosità. Dal secondo secolo dopo Cristo, quei testi che costituirono il Nuovo Testamento congiuntamente all'Antico Testamento costituiranno la regola, il canone della nuova religione. Lungo i secoli il Cristianesimo ha continuato ad arricchirsi di testimonianze, sia letterarie che archeologiche, religiose e profane che fanno luce alla sua religiosità, anche per opera dei cosidefiniti Padri della chiesa.
Sotto l'Impero di Costantino il periodo delle origini della religione cristiana, sviluppatosi in un contesto ostile, viene a cessare. Dal 313 l'Impero più che tollerare la nuova religione la favorisce e nel 380, con Teodosio I, diventa la religione ufficiale. Nel 325, quasi sulla spinta dell'Impero, la Chiesa nel suo primo Concilio ecumenico, prova a definire dottrinalmente la divinità di Gesù in relazione al Padre.
Una riflessione dei nostri giorni di
Aldo Cazzullo
La Bibbia, o almeno l’Antico Testamento, racconta moltissimo sulla storia e sull’animo dell’uomo; ma non ci dice quasi nulla dell’aldilà.
L’aldilà esiste; ma è un luogo privo di interesse. Un abisso. Un regno di tenebra e nebbia, dove il defunto è inattivo, passivo. Né sofferente, né felice. Né castighi, né premi. Né inferni, né paradisi; al più, un eterno purgatorio. Una sopravvivenza quasi spettrale, in un luogo sotterraneo chiamato Sheol.
Per questo la Bibbia ci fornisce di continuo genealogie: Abramo generò Isacco che generò Giacobbe… La vera vita eterna è affidata ai figli, ai nipoti, alla discendenza.
Nella cultura ebraica soltanto con il tempo, non molto prima della nascita di Gesù, si affaccia l’idea di una giustizia ultraterrena: una punizione per i malvagi, una ricompensa per i giusti. E la ricompensa a volte viene concepita come l’immortalità dell’anima.
Chi è?
Aldo Cazzullo (nt. ad Alba nel 1966) Giornalista. Dopo quindici anni a "La Stampa" di Torino, dal 2003 è inviato speciale ed editorialista del "Corriere della Sera". Ha raccontato le Olimpiadi di Atene e di Pechino, gli attentati dell'11 settembre, il G8 di Genova, gli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi ad opera delle Brigate Rosse.
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