Gli arbereshe e la Signoria: introduzione
“Dopo la riforma del 1812, quella che era la Sicilia del feudo, si trasformò nella Sicilia del latifondo e quelli che erano gli antichi e arroganti feudatari, si trasformarono in nuovi e altrettanto arroganti latifondisti, spesso in odor di mafia, mentre il paesaggio agrario, come letterariamente l’ha tramandato il “Gattopardo, continuava a restar segnato dalla sua tragica irredimibilità”. |
All’interno della comunità degli arbereshe di Contessa nel Cinquecento esistettero situazioni e contesti di contrasti (ma anche di consenso) nei confronti dei “baroni” di casa Cardona, ma quel sistema socio-economico avrebbe raggiunto quasi in situazione di tranquillità (con qualche episodio traumatico) il Settecento inoltrato per subire una prima revisione istituzionale, frutto ed eco della Rivoluzione Francese, nel già tardo 1812. Un “novus ordo” sarebbe arrivato infatti nell’Ottocento inoltrato, ma quel passaggio dal feudalesimo alla contemporaneità latifondistica non fu nemmeno quello ritenuto socialmente accettabile (anche se nell’analizzarlo usiamo gli occhi del XIX secolo).
Sulla scorta di una discreta documentazione conservata sin dagli anni giovanili da chi scrive queste righe proveremo a tracciare le relazioni sociali-economiche e politiche intercorse fra gli arbereshe di Contessa e i Cardona e poi con i Gioeni. Ben poco disponiamo invece sul rapporto dei Colonna con gli arbereshe, che peraltro ebbero vicissitudini complicate, che ai nostri giorni definiremmo come “procedure fallimentari”. Durante la loro Signoria sulla comunità di Contessa molti feudi del territorio, alla luce anche dell’avvenuto tracollo del sistema feudale, cambiarono “proprietà”.
(Segue)
Scopo delle pagine che seguiranno sarà di esplorare tenore di vita e regime feudale degli arbereshe di Contessa nel periodo storico dei Cardona-Gioeni.
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