Mafia e brigantaggio: prima panoramica
Fenomeno comune a tutte le regioni del Meridione era in quegli anni il brigantaggio che nei primi anni dell’Unita’ prese posizioni in favore dei Borboni e non esitò in più luoghi ed in più circostanze ad ingaggiare insurrezioni e combattimenti sanguinosi contro gli uomini dello Stato unitario. In Sicilia il brigantaggio nell’area centro-occidentale (e significativamente nel territorio di Contessa E.) fu caratterizzato da più gruppi che si diedero particolarmente alle azioni di abigeato, ricatti e lettere anonime ai danni di piccoli coltivatori ed anche ai sequestri di persone. Utile, per chi vuole approfondire quest’aspetto degli anni post-unitari e’ il libro (attinente al territorio di Contessa E.) di Anton Blok.
Un aspetto e nello stesso tempo un legame fra tutte le bande di quegli anni, che trovava consensi e adesioni nel mondo contadino post-unita’, e’ stato il rifiuto collettivo della leva militare. Molti contadini per non allontanarsi dai territori di origine si rifugiavano nelle campagne e per sopravvivere non esitarono a darsi al banditismo. Il fenomeno in realtà aveva aspetti politici e, se si vuole, sociali piuttosto che di legittimismo filo-borbonico. Il brigantaggio in Sicilia si protrasse fino ai primi anni del Novecento, mentre nelle altre regioni meridionali si esaurì pochi anni dopo l’avvenuta unificazione del Paese. Comunque la renitenza alla leva militare nel corso di pochi anni subì una drastica diminuzione, ma il banditismo durò molto più a lungo.
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