Spontaneamente, istintivamente ciascun essere umano attribuisce l’attributo di “bello/a” ad una persona o ad una cosa senza che sia necessario riflettere sulle ragioni di quell’esternazione. E però grandi uomini di cultura, filosofi, hanno scritto volumi e volumi per scandagliare a cosa, quando e perché possa attribuirsi questo termine che, effettivamente, è radicato nel senso comune.
Esiste una disciplina accademica, l’estetica, la quale si occupa di arte e di bellezza. L’arte prima di essere inquadrata, in epoca moderna, nell’estetica veniva concepita come una esperienza di verità, una esperienza capace di dare forma sensibile ai valori spirituali di una comunità storica. Questa era la bellezza.
A prescindere dall’impatto con l’arte, e quindi con l’estetica, da Platone in poi, la bellezza sta e si trova in tutto ciò che si impone all’attenzione, che cattura e che trasporta fuori da se.
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