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giovedì 19 ottobre 2023

Gaza. Riflessioni (7)

 La prima guerra arabo-israeliana (1948) ebbe come conseguenza: (1) il consolidamento dello Stato ebraico su un’area più vasta di quella che l’Onu gli aveva assegnato; (2) l’occupazione del territorio rimanente da parte dell’Egitto (striscia di Gaza, a sud) e della Giordania (Cisgiordania o West Bank, a ovest); (3) la fuga dalle loro case di circa 700 mila profughi arabi palestinesi; (4) l’afflusso in Israele di ebrei provenienti dai Paesi arabi, dove per loro la situazione era diventata invivibile.

Negli anni successivi gli Stati arabi rifiutarono di riconoscere Israele e gli incidenti di frontiera divennero frequenti. Una seconda guerra tra Israele ed Egitto ebbe luogo nel 1956, ma le forze dello Stato ebraico furono indotte dall’Onu a ritirarsi dal territorio nemico che avevano occupato. Nel 1964 nacque l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, con l’intento di costituire uno Stato arabo al posto di Israele. Iniziarono molte azioni di guerriglia, e talvolta di terrorismo, contro gli israeliani.

Nel 1967 scoppiò un nuovo conflitto, (guerra dei Sei giorni), che vide Israele sconfiggere Egitto, Siria e Giordania. Lo Stato ebraico occupò Gaza, la Cisgiordania e anche fette consistenti di territorio egiziano, il Sinai, e parti di territorio siriano, il Golan. Nel 1979 si addivenire ad un accordo di pace tra l’Egitto, che recuperò il Sinai, e Israele.  Ma intanto ad avversare Israele si aggiunse l’Iran (Paese musulmano, ma non arabo), dopo la rivoluzione che portò al potere il regime islamico dell’ayatollah Khomeini. 

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