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martedì 24 ottobre 2023

Economia, Democrazia, Politica

 Discussioni sulla Modernità  

L'Industria Culturale

Il f o r d i s m o non è rimasto confinato all'economia, ha investito pure la cultura. Sono stati Theodor W. Adorno e Max Horkheimer nel 1972 a ricorrere al concetto di industria culturale.

 Adorno e Horkheimer collegano
 l’industria culturale alla struttura
americana, alla cultura di
massa e al capitalismo. 
La cultura diventa merce
di scambio
. La radio e la
televisione portano l’utente ad
atrofizzare l’immaginazione
mentre il cinema porta
 all’annullamento della
personalità






Si tratta di quel nesso che implica il soggiacere di tutto ciò che ha a che fare col sociale  alla logica del capitale. Ogni oggetto perde il suo valore intrinseco e diventando significativo solamente nella misura in cui è accolto nel mercato, per lo scambio. I detentori del potere (l'industria culturale) persegue, con i suoi mezzi, i propri obiettivi e ritiene validi solo quelli senza che ciò possa comportare conseguenze sul piano etico. L'arte, quindi, nel contesto dei nostri giorni è preda di questo processo e di questa logica.

 L'idea di Adorno e Horkheimer è che

 ... le arti tradizionali sono state scalzate dal meccanismo di massa, industrializzati, capitalistici e orientati al profitto. Le industrie culturali offrono in apparenza una molteplicità di rappresentazioni culturali e artistiche che potremmo definire uniche, ma in realtà danno forma a un prodotto non autentico, il quale nasce dal carattere uniforme, prevedibile e seriale tipico della catena di montaggio e concepito per massimizzare la vendita di unità culturali (merci) presso i consumatori.

"..si delinea una treasformazione nel carattere di merce dell'arte stessa. Questo carattere, in se stesso, non è nulla di nuovo. il fascino e l'attrattiva della novità consiste solo nel fatto che esso si riconosce espressamente e deliberatamente, e che l'arte si impegna solennemente a rinunciare alla propria autonomia schierandosi con orgoglio fra gli altri beni di consumo. (M. Horkheimer e T.W. Adorno, 1979).

L'idea che l'arte sia fine a se stessa e abbia valore in sé, si spoglia di significato. E' il definitivo trionfo del mercato sul regno del fine a se stesso.

Due sono le caratteristiche specifiche dell'industria  culturale; la standardizzazione specifica dell'industria e la pseudoindividualità (Negfus, 1997). Per standardizzazione si intende il processo mediante il quale, in base a principi rigorosamente definiti ha luogo la produzione culturale. Secondo Adorno e Horkheimer la standardizzazione elimina quanto c'è d'immediato e spontaneo per far proliferare l'uguale.

Sintetizzando: al concetto di standardizzazione si associa quello di pseudoindividualità, che descrive come nulla di nuovo (nè di originale) possa essere creato, nonostante l'impegno delle industrie culturali a vendere "freschezza" e la presunta natura idiosincratica del prodotto o del talento creativo. Adorno sostiene che la pseudoindividualità è altrettanto applicabile ad ogni singola "stella del cinema". 

 

 

 

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