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sabato 28 ottobre 2023

Storia siciliana. I cosiddetti secoli bui, non sempre -in realtà- furono tali

Amare e conoscere la

Storia della Sicilia

Dalla seconda metà dell’XI sino alla fine del XIII secolo, in Sicilia esisteva una sola grande città, Palermo, che i Musulmani chiamavano al-Madinah  (=la Città per eccellenza) con una popolazione di circa 100.000 abitanti.  Roma -nello stesso periodo- ne aveva appena 30.000, Londra, Berlino e Parigi erano piccoli villaggi.


I mulini ad acqua nella
Sicilia dell'Alto Medio Evo
e poi nel corso della Modernità
furono sempre crocevia naturale
 di passaggio.


In Europa l'unica città che potesse, in splendore e popolazione, competere con Palermo  era Cordova, in Spagna (= città dell’Andalusia, regione del Sud della Spagna, e capoluogo della provincia omonima. È stata un’importante città romana e quindi uno dei principali centri dell'Islam durante il medioevo. È famosa soprattutto per la Mezquita, un’immensa moschea risalente al 784 d.C. caratterizzata da colonne e antichi mosaici bizantini. L'edificio divenne una chiesa cattolica nel 1236).

 I documenti dell’epoca medievale riportano -per la realtà siciliana- quattro tipi di divisione amministrativa e di insediamento di carattere prettamente feudale. 

Il castello, che consisteva in un luogo fortificato di dimensioni variabili, abitato dal feudatario, dai suoi soldati e dai servi, e -pur essendo in periodo "cristiano"  anche schiavi;

 Il casale, che generalmente sorgeva a non troppa distanza dal castello. Il casale nei documenti archivistici frequentemente viene definito anche habitatus. Raramente il casale possedeva più di 15-20 famiglie.  Era invece normale esistessero casali con 3-5 famiglie. Non esistevano, in quei lontani secoli abitazioni come le intendiamo ai nostri giorni; si trattava di tuguri,  perlopiù fatte di pietra e paglia, dove promiscuamente stavano uomini ed animali. L'insieme degli abitanti raramente superava le 70 o 80 persone e l’estensione territoriale era delimitata dalle capacità e possibilità di coltivazione dei terreni affidata dai baroni. Nei casali non esistevano nè chiese, nè case signorili, e raramente vi insistevano dei fondaci, che invece sorgevano in prossimità dei castelli e dei mulini; circostanza quest'ultima documentata per l'area Scirotta-Bagnitelle.

 Le terre erano realtà comunitarie di proprietà diretta del regio demanio. La Terra più prossima a Castello di Calatamauro (realtà baronale) era Corleone.

 Documento per eccellenza sullo stato della Sicilia all’epoca arabo-normanna è il cosiddetto Libro di Ruggero, opera dall’arabo siciliano al-Idrisi nel 1154, sotto il regno di Ruggero II, che descrive l’Isola, i suoi abitati, i castelli ed i casali.

 Altre interessanti testi sono: 1)  La guerra del Vespro Siciliano del 1842 e 2) la Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari (1806-1889) pubblicata tra il 1854 ed il 1872. Amari pubblicò nel 1857 la Biblioteca arabo-sicula, raccolta di testi medievali in lingua araba riguardante la Sicilia, fonte primaria di informazioni di cui fa parte il suddetto Libro di Ruggero. 

Altra fonte fondamentale per conoscere il mondo feudale della Sicilia medievale è Henri Bresc: 3) La casa rurale nella Sicilia medievale. Massaria, casale e “terra”, nonchè 4) Archeologia Medievale VII, 1980 - pp 375-381.

 Curiosità storica  sui paesi che nel XVI secolo sorgeranno per opera degli arbereshe giunti nell'Isola è che Mezzojuso era già esistente seppure nella situazione di casale nel periodo mussulmano, e ne tratta Al-Idrisi ne Il libro di Ruggero del 1154.

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