che i soldi più che "investirli" per dare lavoro,
servono per erogare mance e sussidi alle "clientele".
Sono circa 200 miliardi — tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti ultra agevolati — i fondi concessi all’Italia dall’Unione europea per risalire dalla tragedia della pandemia. L'unica condizione dell'U.E. è che quei soldi vadano impiegati in trasparenza. Sta qui la difficoltà del Paese; del Paese dove le tangenti non furono fenomeno di una sola stagione e di una sola parte.
A rendere improbabile l'impiego di tutti quei soldi (lo immagina la stampa estera) non è solamente la carenza di trasparenza, c'è la burocrazia come da sempre impreparata ed inefficiente, e la conseguente carenza di personale tecnico adeguato. Tanti organi di stampa in Italia ed in Europa notano e constatano l’incapacità italiana a saper usare i fondi. D'altronde noi tutti semplici cittadini sappiamo chi andiamo ad eleggere quando ci rechiamo ai seggi elettorali. Il nostro voto va sempre ai più scadenti o perché ci danno la sensazione di essere inadeguati e quindi abbordabili o perché ci hanno già favorito e quindi siamo diventati loro "clienti".
Nessun commento:
Posta un commento