Pavel Nicolajevic Evdokimov: E' nato a Pietroburgo (il padre gli venne assassinato quando aveva 6 anni) ed è morto, esule, in Francia. E' stato uno sconvolgente pensatore del Novecento. Nel 1921 è costretto all'esilio e dopo due anni di permanenza ad Istambul fissa la sua definitiva residenza a Parigi dove -dopo un periodo di serie difficoltà- diventa professore di filosofia e teologia. Durante la seconda guerra mondiale e nel corso dell'occupazione nazista della Francia si adoperò nel salvare molti ebrei dalla furia tedesca.
Nascita: 2 agosto 1901, San Pietroburgo, Russia
Morte: 1970
Il problema del nostro tempo
è quello dei ricchi e dei falsi poveri che bramano la ricchezza.
In una civiltà tecnica e mercantile, un poeta, un pensatore, un profeta
sono degli esseri inutili.
Gli artisti e gli intellettuali disinteressati
costituiscono già una nuova forma di proletariato.
Certo, prima di tutto bisogna sopprimere la fame materiale
mediante un'imposta mondiale obbligatoria.
E poi bisogna pensare agli affamati che sanno che
non di solo pane vivrà l'uomo.
E' urgente affermare il primato della cultura e
dello "spirito di umanità".
La società moderna deve proteggere i poeti e i profeti;
la presenza incontestabile dei demoni esige un posto
privilegiato per gli angeli e per i santi, che sono
altrettanto reali dei demoni e degli altri uomini.
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