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sabato 22 aprile 2023

I ritardi del Mezzogiorno. Malapolitica e mafie

 La Camorra, è termine che richiama vita malevitosa antica, che però quasi giornalmente ritroviamo sui giornali e sui media di oggi per additare collusioni di ambienti politici deviati con ambienti fuori legge (Il Vocabolario spiega = organizzazione criminale di connotazione mafiosa originaria della Campania e una delle più antiche e potenti organizzazioni criminali in Italia, risalente al XVII secolo, o addirittura al Cinquecento).

 Dal momento che è abituale intrattenersi sulla Mafia come fenomeno malevitoso originario dalla Sicilia, e su cui ci proponiamo ancora di tornare a riflettere sul blog, ci dedichiamo per alcune pagine ad argomentare sulla Camorra, attingendo all'opera storica monumentale "Storia d'Italia" di Arrigo Petacco.

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Ernesto Ferrero (nt. 6.5.1938:   scrittore, critico letterario e traduttore italiano) scrive nel suo testo "I gerghi della malavita dal 500 a oggi, Milano 1972". ""L'etimo (camorra) è controverso: forse dalla compagnia dicta  de Gamurra, operante a Cagliari sul principio del secolo XIII, e formata da mercanti pisani armati per la difesa della città; o dalla corruzione di gamurra, rozzo caffettano simile alla chamarra spagnola; o all'analogo vocabolo spagnolo  che significa "rissa, disputa" o, come vuole (Angelico) Prati (in Voci di Gerganti, Vagabondi e malviventi studiate  nell'origine e nella storia. Prato, 1940), dal napoletano mmorra, posposto a ca-, accorciatura del rafforzativo cata-"".

In linea generale si ritiene comunque  che la camorra nasca intorno alla metà del 1500 come consorteria all'interno delle carceri, anche se all'epoca non era conosciuta con tale nome; si consolida e si organizza  nel Napoletano come società segreta i cui appartenenti cercano attraverso mezzi illeciti di raggiungere determinati vantaggi.

Ad imitazione di tutte le società segrete sorte nell'800, come la Massoneria e la Carboneria, l'affiliazione alla Camorra richiede un rito che sa di macabro: l'aspirante giura di osservare un codice che lo obbliga al rispetto di precise  regole e gli impone un linguaggioi convenzionale; il giuramento, alla presenza di noti camorristi, viene prestato in ambienti bui, appena rischiarati dalla luce di poche candele, davanti ad un tavolo sul quale sono posati un bicchiere di vino avvelenato e una pistola; al termine l'aspirante si porta il bicchiere alle labbra  e la pistola alla tempia: come per dire che è pronto al suicidio  prima di tradire la società. La richiesta di adesione viene accolta dopo una breve  discussione. 

(Segue)

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