StatCounter

martedì 25 aprile 2023

Dittatura e sangue. Delitto Matteotti, delitto fratelli Rosselli e ...

 Il deputato socialista Giacomo Matteotti viene ucciso nel 1924 da una squadra della Ceka, la polizia segreta fascista. Un omicidio che ha condizionato le vicende politiche italiane di quell'anno, che ha suscitato orrore e sdegno in tutto il Paese e che ha segnato il passaggio definitivo del governo fascista a un regime apertamente dittatoriale e antidemocratico. 

 Il 9 giugno 1937 i fratelli Carlo e Nello Rosselli, intellettuali e attivisti antifascisti, vengono assassinati a Bagnoles-de-l’Orne, una località nel nord della Francia; Carlo è in esilio da tempo, Nello lo aveva da poco raggiunto viaggiando con un regolare passaporto, probabilmente concessogli dalle autorità italiane col preciso fine di pedinarlo per localizzare il fratello.

^   ^   ^

In libreria in questi giorni
sono esposti libri ed autori
che affrontano da ogni punto
di vista politico e culturale
la vicenda sull'antifascismo.

Ci piace evidenziare il libro
curato da Pietro Clesi su
"De Bosis", scrittore, poeta,
saggista, antifascista e
artista olimpico. 

Nell'Italia degli anni venti, la prima opposizione dei partiti democratici  rivelò immediatamente la sua impotenza legalitaria che essi, in quanto democratici, avevano dato alla lotta. Il tentativo "dimostrativo"  di disertare il Parlamento (c.d. Aventino), dopo l'assassinio del deputato socialista Matteotti nel giugno 1924  si fondava  sulla vana fiducia  del funzionamento delle garanzie  costituzionali. Ma il re di casa Savoia, nel cui ruolo stava l'iniziativa  della difesa delle libertà politiche, non si mosse: non licenziò Mussolini. I partiti democratici, i socialisti soprattutti, furono colpiti dalla maggior parte delle 5000 condanne inflitte dal tribunale  speciale dal 1927 al 1943, per un totale di 28.116 anni di carcere.

Carlo Rosselli (1899-1937) si accostò alla corrente "riformista" del Partito Socialista, guidata da Filippo Turati e da Claudio Treves. Dopo il delitto Matteotti (1924), con Salvemini, il fratello Nello (1900-1937), Ernesto Rossi diede  vita al foglio  clandestino "Non mollare"; nel 1926  fondò e diresse con Pietro Nenni la rivista politica  settimanale "Quarto Stato"  (soppressa da Mussolini nell'Ottobre dello stesso anno). Arrestato e processato per avere organizzato la fuga di Filippo Turati dall'Italia nel novembre 1926, venne condannato con Ferruccio Parri e altri protagonisti dell'impresa a una lieve pena  da un tribunale non ancora fascistizzato, ma il regime gli inflisse cinque anni di confino (procedimento di polizia) nell'isola di Lipari, da cui nel luglio del 1929 riuscì a fuggire. Durante il confino scrisse Socialismo liberale, edito in Francia.

Rifugiatosi in Francia, con Lussu, diede vita al movimento Giustizia e Libertà (1929). La polizia fascista riuscì ad arrestare  tutti i principali elementi del movimento in Italia (Ernesto Rossi, Riccardo Bauer ...) e nel 1934 il movimento dovette sciogliersi e Rosselli diede vita  ai "Quaderni GL" che ebbero un forte mordente sia contro l'impresa in Etiopia che per la guerra in Spagna, dove lo stesso  partecipo' a fianco alle forze repubblicane anti-franchiste.

Rientrato in Francia nel 1936, per ragioni di salute, il 9 giugno 1937, fu raggiunto a Bagnoles-sur-l'Ome e assassinato col fratello Nello da una banda di fascisti francesi, su incarico di  Galeazzo Ciano, il genero di Mussolini.

Nessun commento:

Posta un commento