La Costituzione Italiana è antifascista!
Ed è doverosamente antifascista.
Cosi reinterpretiamo un articolo di Aldo Cazzullo
Di quel passaggio politico e sociale, oltre che storico, che ha profondamente segnato la vita dei nostri padri e dei nostri nonni è giusto che le generazioni attuali facciano memoria. Ciò che capitò col fascismo non ha avuto nulla a che fare con la vita ordinaria di un paese europeo del XX secolo. E' ovvio e doveroso -quindi- che ancora adesso la Costituzione italiana sia antifascista!
L’articolo 3 rappresenta il rovesciamento del fascismo: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Durante il fascismo i sudditi dello Stato, non erano invece tutti uguali.
Perchè non erano uguali?
Gli uomini (facciamocelo ricordare dai nostri genitori o dai nostri nonni) valevano più delle donne, i bianchi molto di più dei neri, chi parlava italiano valeva più dei connazionali che parlavano tedesco o ladino o sloveno, i cattolici più degli ebrei, i fascisti molto più degli antifascisti.
La retorica e tutta la politica del Duce rafforzò i latifondisti ai danni dei contadini, i forti ai danni dei deboli; salvo poi -quella retorica- travolgere tutti nel gorgo della guerra, dopo la quale i risparmi degli italiani non valevano più nulla e due milioni di famiglie si ritrovarono con la casa bombardata.
L’antifascismo certamente non fu mai omogeneo. Nel 1922 in Italia non esisteva alcun pericolo di rivoluzione bolscevica. Il partito fondamentale dell'opposizione era quello socialista, che come da sua tradizione e base culturale era frammentato in varie correnti e tutte avevano come fondamento di azione la democrazia.
Il partito comunista (il satellite bolscevico) era appena nato, alle elezioni ebbe appena 15 deputati contro i 123 dei socialisti. Su questa base la presa del potere violenta e dittatoriale di Mussolini è stata una vittoria della destra privilegiata e autoritaria sulla sinistra democratica e libertaria.
Le forze che oggi definiremmo di centro, liberali e popolari, non si fidavano di Mussolini, però immaginarono di potersene servire contro i socialisti; ed ovviamente si sbagliarono perchè pure loro furono travolte al pari dei socialisti.
Ad essere perseguitati e massacrati infatti non furono solamente i socialisti ma anche i liberali come Giovanni Amendola e sacerdoti come don Minzoni, Piergiorgio Frassati e Piero Gobetti fu bastonato e lasciato esanime sulla porta della sua casa, a Torino, con gravi ferite invalidanti. Costretto a espatriare in Francia, mai più riavutosi dalle ferite, morì esule a Parigi nel febbraio del 1926, non ancora venticinquenne.
Con la caduta del regime e con l’armistizio dell’8 settembre, l’antifascismo si trovò a dover scegliere da quale parte stare:
-con l’invasore nazista o contro;
-con chi portava gli ebrei italiani ad Auschwitz o contro.
Il nuovo e diverso quadro rispetto agli anni venti, ha fatto sì che dalla stessa parte si sono ritrovati comunisti e liberali, socialisti e monarchici, azionisti e cattolici. La Costituzione -pertanto- non fu scritta da una sola parte, tutte le forze anti-fasciste misero parte del loro bagaglio sulla Carta.
Ecco perchè la Costituzione, al contrario di quanto ritiene il Presidente del Senato La Russa, è antifascista.
Nessun commento:
Posta un commento