La piccola storia dei territori occasionalmente
incontra la grande Storia continentale
Domenico Caracciolo |
A provare a mettere ordine sull'ormai tardivo ordine feudale in Sicilia da Napoli fu inviato a Palermo, col rango di viceré il marchese Caracciolo, nobile, diplomatico e uomo politico del Regno di Napoli. Si trattò di un illuminista, di un uomo proteso a contrarre, se non a eliminare, i poteri di natura pubblicistica affidati fino ad allora ai baroni.
Da una serie di appunti, riportiamo:
dalla lettera circolare del 1785
Con lettera (=provvedimento):
-"fu vietata ancora un'altra volta quella esorbitante riscossione di dazi e prestazioni che i baroni facevano senza titolo espresso:
-fu permessa la estrazione di generi di agricoltura dalle terre baronali per cui fino allora era stato bisogno il permesso del barone o del suo delegato, che talvolta arbitrariamente lo negava:
-fu dato agli abitanti delle baronie la libertà di vendere come e a chi meglio lor pagasse, i prodotti della loro industria;
-fu data ai medesimi la facoltà, anzi fu restituito il diritto di panizzare come anche di macinare le loro olive dovunque lor piacesse senza essere costretti più oltre di fare il pane e l'olio nei forni e nei trappeti (frantoi) dei baroni;
-fu tolta finalmente a questi ultimi la ingerenza che si avevano arrogato sull'amministrazione delle municipalità".
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