StatCounter

venerdì 14 aprile 2023

Cosa conosciamo di Santa Maria del Bosco (5)

 Mariny Guttilla è professore associato di Storia dell'arte moderna nell'Università di Palermo. 

Dal volume "Tesori ritrovati -1968-2008", da essa curato, ci piace estrapolare il testo "A proposito di Eleonora ed oltre".

Parte I°. Dal busto marmoreo di Eleonora -icona celebrativa considerata uno dei capolavori di Francesco Laurana -esposto nella Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, pochi conoscono la provenienza. Realizzato dallo scultore dalmata "post" 1489 fu collocato, in obbedienza alle ultime volontàdella gentildonna, morta alcuni anni prima, nell'abbazia di Santa Maria del Bosco, di cui in vita era stata benefattrice.Il grandioso complesso monastico dell'ordine benedettino, accolse il celebre busto sopra il cenotafio che si trova ancora , anche se malamente incassato nella parete, in un ambiente rimasto intatto nel corso della ristrutturazione settecentesca della chiesa.

La scultura lauranesca è ovviamente presa ad esempio significativo,se non addirittura a simbolo illustre, della"dispersione" ma anche del "ritrovamento" del patrimonio dei beni abbaziali, per indicare tutte quelle opere d'arte -dal capolavoro al semplice manufatto- che per motivio diversi ma soprattutto legati alle esigenze primarie della conservazione sono state tolte dal sito originario . Opere "migranti", ideate e prodotte  dall'autore per una determinata collocazione e poi estrapolate  dal contesto storico e ambientale.

In modo analogo a quanto era avvenuto per il busto marmoreo, tolto dal Salinas e trasportato nell'allora Museo Nazionale, nel corso dei successivi decenni altre opere dell'antico patrimonio artistico di Santa Maria del Bosco hanno lasciato la loro sede per trovare rifugio in altri luoghi. Opere rimaste comunque testimoni esemplari della cultura figurativa  e delle vicende temporali che coinvolsero l'abbazia nel più ampio contesto storico  della Sicilia del periodo travagliato dei Quattro vicari , attraverso l'epoca dei viceré fino ai decreti reali del governo borbonico con le riforme del Caracciolo e le pesanti ripercussioni sulla comunità monastica -per concludere nell'epoca dell'Italia post-unitaria, segnata dalle leggi di soppressione delle corporazioni religiose e dall'incameramento dei beni patrimoniali degli ordini.

(Segue)

Nessun commento:

Posta un commento