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Sono giorni, questi che precedono la data del 25 Aprile, di aspra polemica fra gli schieramenti politici del nostro Paese. E' la prima volta dal dopoguerra che la guida del Paese è affidata ad un partito che dell'antifascismo non ha mai fatto una bandiera, seppure dichiara di essere organico alla Costituzione repubblicana. Costituzione che è sorta sullo spirito anti-fascista.
Ci soffermiamo su brevi flash:
1) Il 25 aprile si "celebra" la Liberazione dal Fascismo: si commemora quindi sia la fine dell'occupazione del Paese dal nazismlo che la conseguente caduta del regime mussoliniano di Salò.
2) La guerra continuò ancora oltre quel 25 aprile 1945 per altri giorni con i tedeschi in ritirata oltre le Alpi ed i soldati della repubblica di Salò che si consegnavano ai partigiani o si disperdevano abbandonando le divise militari.
3) Il clima politico nell'Italia del 2023 che si approssima a ricordare la ricorrenza del 25 Aprile, data che deve, dovrebbe, essere di "pacificazione nazionale", vede gli schieramenti politici litigiosi come mai accaduto nei decenni passati.
4) Il Presidente del Senato ritiene che nella Costituzione Italiana, scritta dai partiti antifascisti, non c'è riportato alcun riferimento all'antifascismo. All'unanime reazione dei partiti che si ispirano alla democrazia La Russa ha rettificato.
5) Per la prima volta la Festa della Liberazione sarà celebrata da un esponente del partito più a destra della Storia della Repubblica. Tutti i partiti della Sinistra attendono il risultato del primo test di antifascismo prescritto dal calendario repubblicano.
6) Come da consuetudine il Presidente del Consiglio il 25 Aprile parteciperà alla cerimonia presso l'Altare della Patria dove il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporrà una corona d'alloro.
7) In questi giorni nell'Aula del Senato si è assistito a duri scontri fra gli schieramenti politici, con la Sinistra -con Graziano Del Rio- che ricorda che "la Costituzione nasce dalla radice antifascista" e con la Segretaria Elly Schlein che a Riano rende omaggio al monumento dedicato a Giacomo Matteotti, e La Russa, presidente del Senato che respinge critiche ed accuse e asserisce che non si è mai riferito all'antifascismo, ma "all'assenza in Costituzione della parola antifascismo".
8) A Destra comunque c'è chi ricorda che già anni addietro Gianfranco Fini condannò come "male assoluto il fascismo".
9) I giornali di questi giorni riportano l'esclamazione "La Russa deve andarsene" di Adelmo Cervi, scrittore e figlio di Aldo, uno dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti nel 1943.
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