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martedì 18 aprile 2023

Cosa conosciamo di Santa Maria del Bosco (7)

  Dal testo curato da Antonino G. Marchese "L'Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro"

INTRODUZIONE di Cataldo Naro

Arcivescovo di Monreale e Abate di Santa Maria del Bosco

= = = II

Leggi la prima parte: 7 aprile u.s.

Visitare ancora oggi l'antica abbazia, pur priva di monaci, significa cogliere l'intenzionecredente di chi la pensò, la costruì e lungo i secoli la completò e l'abbellì. All'origine ci fu, indubbiamente, un progetto credente che -com'è nella logica del cristianesimo- si è fatto carico di un'esigenza di comunicazione della stessa fede, cioè dell'urgenza  di una carità spirituale, la "caritas veritatis" che non può non spingere  alla evangelizzazione dei vicini  e dei lontani, nello spazio e nel tempo, per donare ciò che si è ricevuto in dono dal Signore e4 che solo donando si può conservare. Il progetto di Santa Maria del Bosco fu pensato per attraversare i secoli. Mutuando l'espressione di un piccolo scritto di Aelredo di Rievault (1110-1167), indirizzato ad una sua sorella monaca che stava lavorando ad una tovaglia di lino da usare sull'altare durante le celebrazioni liturgiche, "De institutione inclusarum"  potremmo dire che ogni opera d'arte cristiana, -la grande abbazia come la tovaglia o altro oggetto di culto- nata dalla fede  e per la fede non vuole essere altro che un "incentivum charitatis": nasce da una tensione comunicativa e intende incentivare la comunicazione di quell'amore che spinse il Cristo a dare la vita per gli uomini.

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