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giovedì 20 agosto 2020

Nuovo Anno Scolastico. Un nuovo protocollo di sicurezza nelle scuole

Fra un mese ci troveremo  a fronteggiare la riapertura delle scuole, fissata per il 14 settembre. 

I contagi sono tornati ad aumentare e i dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali sono in attesa di conoscere le direttive  chiare dalla ministra grillina (un quasi non senso). Le notizie sull’aumento dei casi di contagio che arrivano un pò da ovunque non fanno dormire sonni tranquilli a chi deve tornare in aula. 

La ministra Lucia Azzolina è intervenuta per garantire che si tornerà a fare lezione regolarmente.

I presidi sollevano un  problema: se permane una zona grigia dovuta a ritardi nella disponibilità dei nuovi banchi, nella mancanza di spazi per rendere effettivo il distanziamento, nodi che non dipendono dalle loro scelte, di chi è la responsabilità se dovessero verificarsi contagi nella scuola? In questi casi i presidi non possono essere considerati portatori di responsabilità. Urge -secondo il presidente della Commissione Cultura-Senato, Nencini- una normativa per affrontare la fase di passaggio che deresponsabilizzi i dirigenti scolastici per inosservanza di punti del protocollo-guida quando i medesimi non siano messi nella condizione di adempiervi per motivi indipendenti dalla loro volontà.

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Di fatto, in più parti della Sicilia
gli adeguamenti per permettere agli studenti
di ogni ordine e grado di tornare sui banchi 
senza rischiare il contagio, 
sono ancora in alto mare.

A Contessa il problema non si
pone: di aule e spazi ne abbiamo
abbastanza stante che 
abbiamo  il 
problema contrario: non sappiamo
se riusciremo a comporre le classi.

Finora lo spopolamento non è entrato
nell'agenda di chi dovrebbe occuparsene,
    
Il referente Covid – Ad ogni scuola verrà chiesto di nominare un referente Covid-19, che farà da anello di congiunzione con le Asl e verrà formato sulle procedure da seguire. Al referente saranno segnalati i casi di alunni sintomatici. Inoltre, il suo compito sarà quello di controllare eventuali “assenze elevate” (sopra al 40%) di studenti in una singola classe.

 

In caso di alunno sintomatico – Cosa succede se uno studente ha febbre superiore a 37.5 o presenta dei sintomi come tosse, nausea, dolori muscolari o altri? Viene avvertito il referente, che contatta i genitori e in contemporanea porta il sospetto in isolamento rispetto ai suoi compagni. A quel punto sarà cura dei genitori contattare il medico di famiglia o la Asl per effettuare il tampone.


Ipotesi di test rapidi con casi sospetti di coronavirus

Intanto, Scuola, Ministero della Salute, Regioni e Asl starebbero studiando la possibilità, in caso di presenza di un sospetto contagio da coronavirus a scuola, di effettuare test molecolari immediati. Si tratterebbe di un sistema di esami simile a quello che viene attuato negli aeroporti per chi torna da Paesi considerati a rischio per alto numero di positivi.

 

Se c’è il Covid? – In caso di esito positivo, sarà sempre il referente scolastico a comunicare alla Asl di riferimento i nominativi di tutti gli studenti, professori e operatori scolastici entrati a contatto con il contagiato nelle 48 ore precedenti all’insorgere dei sintomi. Tutti i contatti “stretti” saranno obbligati a 14 giorni di quarantena e l’aula verrà sanificata.

 

Lezioni in quarantena – Durante i 14 giorni di isolamento domiciliare obbligatorio per gli studenti di una classe, la scuola provvederà ad attivare le modalità di didattica a distanza.

 

Il rientro – Come per gli altri casi di pazienti positivi, l’alunno sarà considerato guarito e riammesso in classe solo dopo essere risultato negativo a due tamponi consecutivi a distanza di 24 ore uno dall’altro.

Protocollo: torni a casa l’allievo che presenta sintomi Covid – Il ministero dell’Istruzione è intervenuto per smentire “una grave fake news su cosa accade quando si deve gestire un alunno che, all’interno dell’istituto scolastico, mostra sintomi compatibili con il Covid-19. Si sostiene che ai genitori non sarà permesso prelevare i figli e che questi saranno affidati all’autorità sanitaria. Niente di più falso”. Il Protocollo di sicurezza prevede che si provveda il prima possibile “al ritorno al proprio domicilio”.

Se il contagiato è un professore – Se a presentare i sintomi dell’infezione fosse un docente o un operatore scolastico, dovrà obbligatoriamente indossare la mascherina e allontanarsi in maniera autonoma dalla struttura scolastica. A quel punto la procedura sarà la stessa: dopo aver avvisato il medico di famiglia verrà sottoposto a tampone. In caso di esito positivo, verranno allertate tutte le persone venute in contatto con il paziente.

 

Casi esterni alla scuola – Nell’eventualità in cui un alunno o un operatore scolastico sia tra i contatti stretti di un caso positivo all’esterno della scuola, sarà la Asl a valutare se prendere provvedimenti per l’intera classe oppure no.

Con un caso positivo chiude la scuola? – Uno dei punti più discussi è la possibilità di dover chiudere l’intera struttura. Per il momento il protocollo di sicurezza non prevede questa misura. Le indicazioni fornite dagli esperti parlano di “valutazioni da fare caso per caso in base al numero di contagi, di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus nella comunità”. Ma in viceministro Sileri non lo esclude: “Nel caso in una classe qualcuno risultasse positivo al Coronavirus, dovranno essere fatti i controlli a tutti. Potrebbe scattare una chiusura temporanea, ma poi la scuola riapre”.

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