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mercoledì 19 agosto 2020

Contessa Entellina e Territorio. Flash su Santa Maria del Bosco (5)

 L'Abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro

ANTONINO G. MARCHESE

Provincia Regionale di Palermo


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Seguendo la rilevante opera coordinata e curata con grande scrupolo dall'amico Antonino G. Marchese su commissione della Provincia Regionale di Palermo nel 2008, stiamo esprapolando da alcune settimana una rapida scaletta con le date più rilevanti che hanno segnato la Storia di Santa Maria del Bosco. Lo facciamo ovviamente confidando nelle aspettative dei nostri lettori, ma anche per ricordare l'amico e (per alcuni anni) compagno di scuola Antonino G. Marchese.

Abbiamo finora rilevato la presenza nel Bosco di Calatamauro, sin da prima degli inizi del 1300, di un gruppo di eremiti che vivevano la povertà evangelica come, in quegli anni, avveniva in moltissimi luoghi "ritirati" della Sicilia immersa nelle lotte infinite fra Svevi, Angioini, poi Aragonesi e non solamente. 
Gli eremiti di allora, nella Sicilia post Normanna, erano in linea generale ciò che restava nell'isola della precedente presenza dei monaci  basiliani.
La Santa Sede che ormai aveva assunto il ruolo di riferimento religioso prioritario nell'Isola (sia pure nei limiti della Legatio apostolica) impose a rischio di scomunica che venisse adottata una regola da essa riconosciuta. I fraticelli, come venivano denominati, su disposizione dell'allora Vescovo di Agrigento adottarono l'abito benedettino e cominciarono a scegliere fra di essi un priore.

Nel 1400 il monastero venne elevato ad Abazia e nel 1491 i monaci aderirono alla congregazione di Monte Oliveto.
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1601
(21 Marzo) Innaugurazione della fabbrica del monastero nuovo, in occasione della festa del Patriarca San Benedetto (A. Schirò, 1894, p. 47);
  datazione lapide, commissionata dai monaci, contenente un'epigrafe in memoria dell'attivo interessamento dimostrato, alcuni secoli prima, dalla infanta Eleonora d'Aragona nei confronti di S. Maria del Bosco (A. Schirò, 1894, p. 53).

1602
(23 Febbraio) I mastri Antonio De Rinaldo e Agostino De Arculeo si impegnano, con Antonio Muttone, per conto di Paolo Busacca, per lavori di intaglio nel cantiere di S. Masria del Bosco (A.S.P., notaio Giovanni Battista/Luigi Comito, vol. 891, c. 243, in G. Mendola, 1999, p. 39).

1603
(8 Aprile) L'intagliatore Antonio De Gandia pone alle dipendenze di Paolo Busacca, per il cantiere di Santa Maria del Bosco, il figlio Giuseppe come "laborante" (A.S.P. notaio Giovanni Martino De Mercato, vol. 11803, c. 252, in G. Mendola, 1999, p. 39).
  Giovanni De Nicotra e Tommaso Furchi si impegnano a vavorare nel cantiere del monastero come "pirriaturi" (A.S.P., notaio Giovanni Martino De Mercato, vol 11878, c. 196 v. e vol. 11803, c. 254, in G. Mendola, 1999, p. 39, A.S.P., notaio Giovanni Francesco Di Carlo, vol. 962, c. 51; su cortese segnalazione di A. G. Marchese).

1604
(4 Maggio) Domenico e Mariano Colayo e altri mastri cavatori si impegnano con Paolo Busacca a lavorare nel cantiere di S. Maria del Bosco (A.S.P. notaio Giovanni Martino De Mercato, vol. 11787, cc. 229 e 230, vol. 11803, cc. 293-296, in G. Mendola, 1999, p. 39).

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