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giovedì 6 agosto 2020

7 Agosto

7 Agosto 2005 

Israele: il ministro delle Finanze israeliano, Benjamin Netanyahu, rassegna le dimissioni: gli succede il vice premier Ehud Olmert.
L’atto è una protesta contro il piano di sgombero delle colonie dalla striscia di Gaza proposto da Ariel Sharon e approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri israeliano.

 Nel 2005 Israele si è ritirato unilateralmente dalla striscia di Gaza sulle linee precedenti la guerra del ‘67, ha sgomberato migliaia di civili israeliani dalle loro case e ha smantellato tutte le strutture militari che aveva creato nella striscia. A Gaza non rimase alcuna presenza fisica d’Israele e Israele non avanzò nessuna rivendicazione territoriale sulla striscia di Gaza.

Hamas, un’organizzazione islamista terroristica che mirava dichiaratamente alla distruzione di Israele, prese il potere a Gaza nel 2007 con un sanguinoso colpo di stato contro le forze del presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Dopo aver tentato invano di piegare Israele terrorizzandolo con la tattica degli attentati suicidi che hanno seminato stragi nelle città israeliane durante la cosiddetta seconda intifada, dopo che ha preso il controllo su Gaza Hamas ha proseguito il tentativo di terrorizzare Israele lanciando indiscriminatamente migliaia di missili e razzi al di là del confine. 

Non fosse stato per il sistema di difesa anti-missilistica “Cupola di ferro” e per le puntuali reazioni delle Forze di Difesa israeliane  contro rampe e arsenali, buona parte di Israele sarebbe stato ridotto in macerie secondo le speranze di Hamas. Hamas ha anche incessantemente scavato tunnel per infiltrazioni terroristiche che passano sotto il confine: un’altra via escogitata dai terroristi che Israele, ha gradualmente chiuso grazie all’azione delle sue forze armate e alle nuove tecnologie e barriere sotterranee.

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