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sabato 29 agosto 2020

30 Agosto

 30 Agosto 1860


Garibaldi è ormai sbarcato in Calabria e le forze borboniche non oppongono una degna resistenza. Interi reparti dell'esercito del Regno di Napoli si disperdono o passano al nemico e quando i garibaldini raggiungono la piana di Soveria Mannelli, un intero corpo d'armata di oltre 10.000 uomini, comandato dal generale Giuseppe Ghio, si arrende senza combattere ai garibaldini guidati da Francesco Stocco.

Una marcia trionfale? 

 L’11 maggio 1860 due piroscafi sbarcano a Marsala, nella parte occidentale della Sicilia. Si dirigono a Salemi, dove Garibaldi proclama la dittatura in nome del re Vittorio Emanuele II. Ottengono una prima vittoria contro le truppe borboniche a Calatafimi e tra il 27 e il 29 maggio occupano Palermo. I mille continuano ad avanzare, cacciano quasi totalmente i Borboni dall’isola e attraversano lo Stretto. Garibaldi prosegue una marcia trionfale che lo porterà il 26 ottobre 1860 ad incontrare Vittorio Emanuele II a Teano, in Campania e a deporre nelle sue mani il controllo del Regno delle Due Sicilie, in uno degli episodi centrali della storia del Risorgimento italiano. 

La storiografia corregge

La storiografia ufficiale dipinge la spedizione garibaldina con i colori vivaci di un'avventura quasi cinematografica.
Appena mille uomini, salpati da nord e sbarcati a sud quasi senza incontrare resistenze contro un esercito molto più numeroso, per risalire poi la penisola sino a Napoli, il tutto in nome dell'ideale patriottico di un'Italia unita. 
 La spedizione in realtà non fu spontanea e improvvisata, ma ben architettata e pianificata in ogni dettaglio.
 I mandanti furono figure apparentemente spettatrici, o addirittura indignate per l'azione "piratesca", ma nei fatti interessate al buon esito dell'operazione: il ruolo di primo piano è da attribuire al Governo britannico. Il sostegno inglese alla "Spedizione" fu cospicuo, sia in termini militari che finanziari, per gli interessi strategici e politici che da tempo l'Inghilterra vantava in Sicilia.

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