Cosa trovarono gli arberesh in Sicilia quando
arrivarono nelle terre dei Peralta-Cardona ?
E' la domanda postaci da un ragazzo dodicenne
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La Sicilia sin dall'epoca normanna (quindi dopo la fine del dominio mussulmano), secondo Michele Amari, continua ad essere tri-partita per "Valli". Siamo a poco dopo l'anno mille.
1) Nella parte Occidentale dell'Isola, fino al fiume Salso (anteriormente chiamato Imera), stava il "Vallo di Mazara".
2) Oltre il fiume Salso stava il "Val Démone" .
3) Oltre il fiume Simeto (parte meridionale dell'isola) stava il "Vallo di Noto".
Curiosità
Possediamo documenti analitici sulla descrizione del territorio dell'Isola risalenti alla meta del dodicesimo secolo curati dal geografo arabo Idrisi su mandato di Ruggero II. Possediamo -e sono ovviamente consultabili in più contesti culturali dell'Isola- anche documenti descrittivi dell'Isola del periodo immediatamente antecedente l'arrivo degli arbereshe sull'attuale territorio di Contessa e ciò che emerge è una Sicilia piuttosto disabitata la cui popolazione residua mussulmana era, in un primo tempo, concentrata nelle campagne, soprattutto del Vallo di Mazara e successivamente amalgamata al resto della popolazione.
La popolazione libera del periodo normanno era cristiana e quasi interamente "bizantina" ed i Normanni si preoccuparono di far arrivare clero dalla Calabria per ripristinare la specifica ritualità ma soprattutto clero romano dal Nord della penisola per assecondare le forti pressioni papali.
Si evince che i Normanni furono -relativamente a quei tempi- molto aperti verso chiunque volesse arrivare in Sicilia per ripopolarla: sopratutti i “Lombardi” (come genericamente si indicavano gli uomini che venivano dal settentrione della penisola) che avrebbero segnato la storia delle comunità dette appunto “lombarde” (Aidone, Nicosia, Novara, Piazza, San Fratello, Sperlinga). L’isola, nell'intento di farla ri-popolare, rimase per parecchi decenni terra aperta a quanti volessero trasferirvisi, fossero cristiani o ebrei o musulmani, tutti egualmente accolti nella speranza di risolvere una povertà demica che caratterizzava la Sicilia dalla fine del sec. XII.
Ancora, dopo i normanni, con Federico II e successori, non si contano i progetti di ripopolamento e le nuove fondazioni di castelli e centri abitati realizzati. A questo proposito va ricordato -fra altri- il folto gruppo di "lombardi" fatti insediare a Corleone.
Dal punto di vista politico-amministrativo iniziano con i normanni e poi con chi verrà appresso le istituzioni territoriali e quelle fra gli esseri umani. Fu il portato e il plasmarsi sul territorio del sistema feudale:
1) la città era un insediamento munito di mura, generalmente sede di diocesi;
2) la “terra” abitata, in realtà non fu altro che un fortilizio, pure essa murata;
3) il casale esistette in quei luoghi con poco meno di una decina di famiglie, in forma aperto e privo di difese. Oggi forse lo definiremmo fattoria. Era abitato da "villani". Questi erano i "nuovi servi della gleba" che i normanni destinarono alle fondazioni regie e agli enti ecclesiastici (monasteri). Erano legati alla terra dalla quale non potevano allontanarsi. In grande maggioranza non erano altri che i vinti musulmani asserviti ai nuovi Signori affermatisi nell'Isola; essi erano considerati servi ex origine, adscriptici.
Va detto che già nel corso e alla fine del 1200 di casali abitati in Sicilia non ne esistettero più per tre ragioni
1) di sicurezza
2) per le mai cessate guerre intestine fra i potenti dell'isola.
3) per l'accentuata urbanizzazione della popolazione entro le mura delle città. Città che garantiva sicurezza rispetto allo scorazzare di armati nelle campagne.
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Vedremo in una successiva pagina cosa accadeva sul territorio di Contessa, quando Contessa non esisteva e mentre si andava affermando, sempre più sull'Isola, il sistema feudale, recato -come già sappiamo- dai Normanni.
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