Nel Seicento e nel Settecento quella che noi oggi chiamiamo "scienza" era una secondaria branca della filosofia, chiamata "filosofia naturale".
Nel corso dell'Ottocento, in concomitanza della rivoluzione industriale, lo sguardo degli studiosi cambiò di centottanta gradi.
II movimento scientifico progressivamente ed esplicitamente iniziò a staccarsi dalle questioni legate alla metafisica e/o alla teologia accostandosi alle questini tipiche che aveva iniziato a porre il "positivismo"; movimento quest'ultimo che enfatizzava come uniche conoscenze degne di questo nome quelle logico-matematiche o acquisite attraverso la ricerca empirica (basata sull'osservazione o l'esperienza).
Le indagini furono pertanto orientate in direzione della "manipolazione" dei fenomeni in contesti e cn metodi sperimentali-controllati.
La scissione della "scienza" dalla teologia e dalla metafisica non fu un processo nè facile nè breve, nè avvenne in termini di contemporaneità (simultaneità) in tutti i paesi.
Nonostante le tante controversie, alla fine, la concezione positivistica della "scienza" (con le sue tante sfaccettature) è diventata -dalla metà del Novecento- la bussola unica della crescita dell'Umanità.
Nessun commento:
Posta un commento