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sabato 8 febbraio 2020

Patrimoni dell'Umanità. In Sicilia non mancano solamente le strade, manca pure la capacità di valorizzare la Storia

Ogni Paese, grande (come gli Stati Uniti) o piccolo (come l'Albania), va orgoglioso delle ricchezze naturali e culturali che possiede, dei capolavori riconosciuti da tutto il mondo che costituiscono un'eredità del passato per le generazioni che verranno.

*  *  *

Gli agrigentini mangiano e bevono
come se dovessero morire domani,
ma costruiscono come se la loro vita
dovesse durare in eterno.
Il filosofo Empedocle


"Area Archeologica di Agrigento"

Agrigento è stata lodata da storici, scrittori e viaggiatori per la bellezza e lo splendore che la qualificano antica città mediterranea. 
Fra i tanti Goethe, nel suo "Viaggio in Italia", scrisse pagine intense per le meraviglie naturali e architettoniche che caratterizzano la Valle dei Templi.

L'Area archeologica di Agrigento “Valle dei Templi”,
è fra le meglio conservate della Sicilia
e la più grande del mondo intero,
con i suoi 1300 ettari.
Dal 1997 è inserita nella
Lista del Patrimonio dell’Umanità 
UNESCO
Ad avviare la valorizzazione dell'area archeologica furono nel XVIII i Borboni che avevano affidato la "conservazione dei beni culturali siciliani" al principe di Torremuzza.

Nel 1786 furono rialzate le colonne del tempio di Hera Lacinia e  scavi e interventi proseguirono ulteriormente nel 1827 a cura della Commissione di Antichità e Belle Arti per la Sicilia che curò con restauri parziali i templi della Concordia e dei Dioscuri.

Dopo la prima guerra mondiale furono curati scavi sistematici e lavori di restauro e protezione (in verità tuttora curati sistematicamente e continuamente) sotto la direzione della Soprintendenza alle Antichità di Agrigento.

Un poco di Storia
La fondazione della città, ad opera dei greci rodio-cretesi che la denominarono Akragas, avvenne attorno al 580 a.C.
Gli scavi archeologici tuttavia hanno evidenziato presenze greche precedenti, risalenti al VII secolo a.C.

La città prosperò, comunque, in seguito a cominciare dall'insediamento dei coloni greci del VI secolo a.C.  A questo periodo risale la cinta muraria destinata a rafforzare la protezione che era già garantita dalla posizione geografica.
L'importanza politica della città crebbe con il regno di Terone (488-472 a.C.). Fu allora -nel 480 a.C. quando Terone sconfisse pesantemente i cartaginesi ad Imera- che Akragas estese la sua influenza fino alle coste orientali e settentrionali dell'isola.
Con Terone furono eretti i grandi templi, segno esplicito della prosperità conseguita e dell'avvenuta crescita culturale della popolazione.
Quello del regno di Terone fu anche il tempo del più illustre dei cittadini: il filosofo e scienziato Empedocle.

Ancora al finire del V secolo a.C. Akragas ebbe un periodo di prosperità, venuto meno nel 406 a,C. quando assediata dovette quindi cedere al saccheggio dei cartaginesi.

La città risorse quando il greco/siracusano Timoleonte la rifondò alla metà del IV secolo e vi fece affluire nuovi coloni greci.
Era comunque prossimo lo scontro in terra di Sicilia fra Romani e Cartaginesi e Akragas passò nel 262 a.C. sotto i romani e quindi, nel 255 a.C. sotto i Cartaginesi. 
Quando tornarono i romani, nel 210 a.C. la città fu ri-denominata in Agrigentum. In periodo bizantino la città non fu valorizzata, circostanza avvenuta pure sotto gli Arabi che le diedero il nome latino di Girgent, da cui il nome in italiano di Girgenti che fu mantenuto fino al 1927 quando assunse il nome che oggi possiede.
(segue)

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