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domenica 16 febbraio 2020

Enti Locali. In Sicilia le tasse sui rifiuti più alte d'Italia

All’orizzonte appare un rischio: si tratta di un ulteriore significativo aggravio della tassa sui rifiuti; una tassa di per sé già abbastanza pesante. 
Sappiamo che la maggioranza dei sindaci siciliani, in sede Anci, hanno manifestato convinta contrarietà.
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L’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha predisposto nel foglio di calcolo una ulteriore casella che rischia di complicare il già poco semplificato sistema che sta alla base dell'elaborazione della tariffa e conseguentmente della tassa comunale da cui discendono molte delle risorse per gli enti locali siciliani.
Di cosa si tratta ?
Da parte dell’AREA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) è stato rimodulato lo schema di Piano economico- finanziario da dover rispettare. Cambia significativamente l’approccio e vengono tracciati nuovi criteri per ciò che deve entrare in tariffa e ciò che deve rimanerne fuori.
Con le nuove regole,  il Piano economico finanziario (entro cui si confrontano i costi ed i ricavi) viene modificata nella tempistica.
Finora i comuni entro una certa data fissano la tariffa e poi quindi predispongono i Bilanci sulla base di un’idea delle risorse da incassare. Adesso si intende invertire la tempistica. Si punta sostanzialmente ad un orizzonte di tipo aziendalistico con tanto di allegato dotato di algoritmo nella tabella fornita dall’Arera per il quale la Pubblica Amministrazione, specialmente quella meridionale, non è affatto attrezzata.
Per Alberto Pierobon, esperto in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e dei servizi pubblici locali compresa la tariffazione: «L’impostazione del metodo tariffario non manca di suscitare perplessità, quantomeno operative stante la difficoltà di applicazione sin dal 2020, poiché sono da acquisire, valutare e approvare i piani economico finanziari e inoltre, i comuni che applicano il metodo devono determinare i costi efficienti 2018-2019. Da qui la riflessione: ma tali costi non subiscano il problema dell'emergenza e quindi si portino dietro le storture del passato».
Secondo Mario Alvano, segretario generale di Anci Sicilia: «Siamo abituati a confrontarci con leggi, normative e circolari, i parametri seguiti dall’Autorità indipendente per noi sono percepiti di fatto come una rivoluzione che segue non solo gli enti, ma anche le aziende. C’è un gap da colmare e  molti enti locali in Sicilia avranno a redigere il nuovo Piano economico finanziario».
Pare di capire che servirà un tempo di transizione per garantire un’applicabilità piena delle nuove regole soprattutto per evitare che sia un algoritmo a seppellire i comuni dell’isola, già di per se indebitati.

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