All’orizzonte
appare un rischio: si tratta di un ulteriore significativo aggravio della tassa sui
rifiuti; una tassa di per sé già abbastanza pesante.
Sappiamo che la maggioranza dei
sindaci siciliani, in sede Anci, hanno manifestato convinta contrarietà.
^^^^^^^^
L’Arera
(Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) ha predisposto nel foglio di calcolo una
ulteriore casella che rischia di complicare il già poco semplificato sistema
che sta alla base dell'elaborazione della tariffa e conseguentmente della tassa comunale da cui
discendono molte delle risorse per gli enti locali siciliani.
Di cosa
si tratta ?
Da parte dell’AREA (Autorità di regolazione
per energia reti e ambiente) è stato rimodulato lo schema di Piano economico-
finanziario da dover rispettare. Cambia significativamente l’approccio e vengono
tracciati nuovi criteri per ciò che deve entrare in tariffa e ciò che deve
rimanerne fuori.
Con le
nuove regole, il Piano economico
finanziario (entro cui si confrontano i costi ed i ricavi) viene modificata nella
tempistica.
Finora i
comuni entro una certa data fissano la tariffa e poi quindi predispongono i
Bilanci sulla base di un’idea delle risorse da incassare. Adesso si intende invertire
la tempistica. Si punta sostanzialmente ad un orizzonte di tipo aziendalistico con tanto di allegato
dotato di algoritmo nella tabella fornita dall’Arera per il quale la Pubblica
Amministrazione, specialmente quella meridionale, non è affatto attrezzata.
Per Alberto Pierobon, esperto in materia di gestione del ciclo dei
rifiuti e dei servizi pubblici locali compresa la tariffazione: «L’impostazione del metodo tariffario non
manca di suscitare perplessità, quantomeno operative stante la difficoltà di
applicazione sin dal 2020, poiché sono da acquisire, valutare
e approvare i piani economico finanziari e inoltre, i comuni che applicano il
metodo devono determinare i costi efficienti 2018-2019. Da qui la riflessione:
ma tali costi non subiscano il problema dell'emergenza e quindi si portino dietro
le storture del passato».
Secondo Mario Alvano, segretario generale di
Anci Sicilia: «Siamo abituati a confrontarci con leggi, normative e circolari,
i parametri seguiti dall’Autorità indipendente per noi sono percepiti di fatto
come una rivoluzione che segue non solo gli enti, ma anche le aziende. C’è un
gap da colmare e molti enti locali in
Sicilia avranno a redigere il nuovo Piano economico finanziario».
Pare
di capire che servirà un tempo di transizione per garantire un’applicabilità
piena delle nuove regole soprattutto per evitare che sia un algoritmo a
seppellire i comuni dell’isola, già di per se indebitati.
Nessun commento:
Posta un commento