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giovedì 6 febbraio 2020

Belice 1968. Perchè non venga mai meno la memoria

L'immagine qui riportata indica uno dei
piccoli crateri apertisi nella campagna
di Camporeale.

Fra gli eventi del sisma 1968 sono rimasti poco divulgati e successivamente poco chiariti alcuni fenomeni della natura. 
Scorrendo alcuni giornali e carte di allora ho rinvenut alcune fotografie che in particolare riguardano il territorio di Contessa Entellina e di Camporeale che evidenziano come, al fenomeno sismico furno associati dei piccoli crateri apertisi nei territori dei due comuni.

Il Giornale di Sicilia di allora -in effetti- riportò  brevemente un cenno a quegli strani eventi, ma senza ulteriori succeessivi richiami nel tempo successivo:

"L’incessante susseguirsi di scosse fa cadere i muri semidiroccati, la terra continua a tremare mentre si rimuovono le macerie. Sui tornanti da Alcamo verso Gibellina non c’è un metro di paesaggio tranquillo: alberi schiantati, paracarri divelti, frane, fenditure sull’asfalto. Odore di zolfo che prende alla gola, magma ribollente chissà dove nelle viscere della terra. Nella montagna si sono aperti piccoli crateri, emanano colonne di fumo nerastro e vampe solforose: “il fiato rovente dell’Apocalisse”.

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