..Persone e opere, realizzatesi nella pienezza del capolavoro artistico (niente a che vedere con il senso
razionalistico delle nostre perfezioni e realizzazioni, preconcetti che ci precludono la vita) attraversano la storia, la fecondano, diventano sorgente alla quale abbeverarsi,
E' questa la Bellezza: abbeverarsi!
Fontana alla quale tornare, non perchè scaturisce l'acqua per la sete ma perchè quest'acqua è invito che apre la possibilità di compiere la nostra sete ...
"Il pericolo consiste non nel fatto che l'anima dubiti se il pane c'è o no, ma che si persuada con una menzogna di non avere fame. Può persuadersene soltanto con una menzogna, perchè la realtà della sua fame non è una credenza ma una certezza" (S. Weil).
La Verità non è una norma nè un codice. E' sempre personale, incarnazione che si compie artisticamente nell'amore. Quest'amore artistico -tutti diversi, assetati e dissetati dovunque c'è sete, molteplicità dell'unità- è opera dell'immaginazione.
Il nostro tempo di inappetenza ha sotterrato le fonti fresche dell'immaginazione e da ingannati abbiamo creato la prigione dorata di sistemi economici, finanziari ecc., oltre i quali non vogliamo vedere nulla; anzi, ingannati e convinti, affermiamo che non ci può essere nulla; come se la vita, l'amore e altre verità non imprigionabili dipendessero dal denaro o dalla quantità di ricchezza. Sì, dipendono nella misura in cui si è schiavi di sistemi che, posti come assoluto, paradossalmente rivelano l'inconsistenza, e si sciupa la vita per banalità. Nessuno tra quelli che sono dentro la prigione dorata vive; di conseguenza non potrà donare vita.
Dunque, a che pro sistemi economici assoluti, prepotenti finanziarie che tutto voglion risolvere ... se non fioriscono in vita, in favore dell'uomo concreto, contemporaneo ?
L'arte della vita, sempre pronta a spalancare la Bellezza dell'Immaginazione è aperta ai poveri, a quella "contaminazione" che costituisce l'amalgama, il magma degli umili e orgogliosi della Verità. A quest'arte ci si abbevera per dissetarsi e non per disperarsi o banalmente sopravvivere. Chi lo desidera trova la goccia artistica dentro la quale riconoscersi.
razionalistico delle nostre perfezioni e realizzazioni, preconcetti che ci precludono la vita) attraversano la storia, la fecondano, diventano sorgente alla quale abbeverarsi,
E' questa la Bellezza: abbeverarsi!
Fontana alla quale tornare, non perchè scaturisce l'acqua per la sete ma perchè quest'acqua è invito che apre la possibilità di compiere la nostra sete ...
"Il pericolo consiste non nel fatto che l'anima dubiti se il pane c'è o no, ma che si persuada con una menzogna di non avere fame. Può persuadersene soltanto con una menzogna, perchè la realtà della sua fame non è una credenza ma una certezza" (S. Weil).
La Verità non è una norma nè un codice. E' sempre personale, incarnazione che si compie artisticamente nell'amore. Quest'amore artistico -tutti diversi, assetati e dissetati dovunque c'è sete, molteplicità dell'unità- è opera dell'immaginazione.
Il nostro tempo di inappetenza ha sotterrato le fonti fresche dell'immaginazione e da ingannati abbiamo creato la prigione dorata di sistemi economici, finanziari ecc., oltre i quali non vogliamo vedere nulla; anzi, ingannati e convinti, affermiamo che non ci può essere nulla; come se la vita, l'amore e altre verità non imprigionabili dipendessero dal denaro o dalla quantità di ricchezza. Sì, dipendono nella misura in cui si è schiavi di sistemi che, posti come assoluto, paradossalmente rivelano l'inconsistenza, e si sciupa la vita per banalità. Nessuno tra quelli che sono dentro la prigione dorata vive; di conseguenza non potrà donare vita.
Dunque, a che pro sistemi economici assoluti, prepotenti finanziarie che tutto voglion risolvere ... se non fioriscono in vita, in favore dell'uomo concreto, contemporaneo ?
L'arte della vita, sempre pronta a spalancare la Bellezza dell'Immaginazione è aperta ai poveri, a quella "contaminazione" che costituisce l'amalgama, il magma degli umili e orgogliosi della Verità. A quest'arte ci si abbevera per dissetarsi e non per disperarsi o banalmente sopravvivere. Chi lo desidera trova la goccia artistica dentro la quale riconoscersi.
Sac. Pietro Gullo
Testo: Creazioni
-Memorie, Sogni, Storie di Passioni-
Ed. Borla
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Le decisioni della
vita devono confrontarsi con una misura che non deve eccedere in prodigalità: «è necessario che noi non abusiamo dei doni del Padre, vivendo da
dissoluti come il figlio ricco di cui parla il Vangelo, ma che ne usiamo, dominandoli e non inchinandoci ad essi»
Clemente Alessandrino
(Tito Flavio Clemente)
è stato un teologo, filosofo, apologeta
e scrittore cristiano greco antico del II secolo.
È uno dei Padri della Chiesa.
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