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lunedì 10 febbraio 2020

Chiacchiere e Politica. Le strade del terzo millennio vengono promesse e intanto quelle dei Borboni insinuano riflessioni

Su uno studio curato dalla Cgil/Regionale di 
qualche tempo addietro leggiamo:

Perché sull’isola più a sud d’Europa, gran parte della viabilità interna risale al periodo dei Borbone: e in qualche caso la manutenzione dell’ultimo secolo e mezzo non ha cambiato più di tanto il volto delle strade siciliane. Una rete infrastrutturale che deriva dai vecchi sentieri tracciati dai contadini, battuti sotto i Borbone, promosse a Regie Trazzere. Perché anche se la situazione oggi è naturalmente diversa, essa rappresenta in questa sintesi la migliore analisi e la peggiore conclusione di come affrontare la questione.

Si desidera una agricoltura moderna
e produttiva, oltre che connessa alla realtà commerciale dei nostri giorni
Come potrà mai decollare una agricoltura che produca per il mercato se al centro della questione stanno le disastrose condizioni in cui versano le arterie della Sicilia interna, quella che dovrebbe occuparsi di agricoltura e di ambiente a beneficio -anche- di chi vive nella città?
Il ministro populista per eccellenza, Danilo Toninelli un anno e mezzo fa venne in Sicilia e annunciò per la viabilità provinciale, già allora colabrodo, che avrebbe adottato il modello "Genova". Con quel tipo di modello il ministro M5S intendeva un commissario con poteri straordinario per premere sull'accelleratore  e mettere in sicurezza le strade secondarie delle provincie siciliane.
Nelle parole di quel ministro, quello della Tav No, il Commissario avrebbe dovuto coadiuvare con la Regione.

Toninelli non è più ministro, ma le nostre strade voluto dai Borboni continuano ad alimentare le nostre riflessioni ed i nostri discorsi.

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