Il
Governo pare non stia in ottima salute stante le polemiche interne che vedono
il premier Conte in sostanziale e non risolta polemica col segretario di Italia
Viva, Matteo Renzi. Eppure esso prova a promettere un avvenire, se non fulgido,
almeno migliore per il martoriato Meridione. Meridione a cui mancano strade e
soprattutto occupazione per giovani.
Eppure
il governo osa promettere da qui a dieci anni un territorio connesso ed un
Mezzogiorno frontiera dell’innovazione e aperto verso paesi del Mediterraneo.
Si
tratta di un progetto decennale con un "nuovo metodo" per lo sviluppo
del Mezzogiorno. Le misure previste sono:
=
investimenti sulla filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla povertà
educativa minorile, con l’apertura delle scuole per un maggior numero di ore al
giorno,
=potenziamento
dell’edilizia scolastica,
=estensione
della No Tax area,
=attrazione
dei ricercatori al Sud,
=ammodernamento
delle infrastrutture, per "spezzare l’isolamento di alcune aree del
Mezzogiorno e l’isolamento dei cittadini in condizioni di bisogno",
=rinnovo
della dotazione tecnologica sanitaria,
=finanziamenti
del Fondo infrastrutture sociali per comuni medi e piccoli,
=investimento
in nuovi nidi,
=inclusione
abitativa per cittadini e lavoratori svantaggiati e nelle "Case della
salute".
A) Nel triennio 2020-2022, l'obiettivo è la
"massimizzazione dell’impatto delle misure previste nella Legge di
Bilancio 2020, che consenta di incrementare gli investimenti pubblici nel
Mezzogiorno".
B) Una
seconda fase prevede con la programmazione per il periodo 2021-27 della politica di coesione nazionale ed europea
la destinazione di risorse aggiuntive per il Sud per circa 123 miliardi di euro.
Il tutto dovrà procedere attraverso
l'istituzione di Comitati di indirizzo e un Piano Sviluppo e Coesione (PSC) per
ciascuna missione rafforzando la collaborazione tra amministrazioni centrali e locali
e semplificando le procedure di gestione dei PSC.
Nel
piano rientrano azioni per la prossimità dei luoghi, attraverso una "nuova
politica territoriale", il rilancio della strategia nazionale per le aree
interne e la rigenerazione dei contesti urbani che "passa da due
direttrici specifiche: la transizione ecologica delle città (Cantiere Taranto)
e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale (CIS Matera)". E’
previsto poi "il recupero e la riqualificazione di quattro centri storici
a Napoli, Cosenza, Taranto e Palermo da attuare mediante CIS".
Il piano prevede la "svolta ecologica", attraverso una sperimentazione di economia circolare, il potenziamento del trasporto sostenibile, i contratti di filiera e di distretto nel settore agroalimentare e la gestione forestale.
Tra le
"missioni" del piano c'è anche il rafforzamento "della vocazione
internazionale dell’economia e della società meridionale" e l’adozione di
una "opzione strategica mediterranea. Per quanto concerne il lavoro, nel
Piano Sud 2030, oltre a un "processo di rigenerazione delle
amministrazioni pubbliche", sono previste anche misure per
"rafforzare la competitività del sistema produttivo" e "la
creazione di buona occupazione per giovani e donne".
Il
progetto immagina l'istituzione di Comitati di indirizzo e un Piano Sviluppo e
Coesione (PSC) per ciascuna missione, sulla cooperazione rafforzata tra
amministrazioni centrali e locali, sull'attivazione dei centri di competenza
nazionale e il ricorso a centrali di committenza e stazioni appaltanti
(nazionali e locali), sulla semplificazione delle procedure di gestione dei PSC.
Nel
piano rientra –come sopra riportato- una
"nuova politica territoriale", il rilancio della strategia nazionale
per le aree interne e la rigenerazione dei contesti urbani che "passa da
due direttrici specifiche: la transizione ecologica delle città (Cantiere
Taranto) e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale (CIS Matera)".
E’ previsto "il recupero e la riqualificazione di quattro centri storici a
Napoli, Cosenza, Taranto e Palermo da attuare –come riferito più sopra- mediante
CIS".
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