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venerdì 21 febbraio 2020

10 giugno (1940). L'Italia va in guerra

Lo stesso giorno in cui Hitler -il 10 gennaio 1940-  fissa la data dell'offensiva da condurre a cominciare dal successivo 17 gennaio nei confronti della Francia, da invadere aggirando la linea Maginot e attraversando i paesi neutrali di Belgio e Olanda, un aereo da collegamento tedesco a causa del maltempo perde la rotta e tenta un atterraggio di fortuna in territorio belga, a sedici chilometri da Mastricht.

L'intendimento tedesco di invadere la Francia
attraversando il Belgio/Olanda trova spiegazione
nella presenza lungo il confne Franco/Tedesco
della cosidetta "Linea Maginot", lunga 400 chilometri,
scorreva dal confine svizzero fino all'incrocio
delle frontiere franco-belghe-lussemburghesi.

La Maginot aveva una profondità media di km 20, coperta
da un sistema di fortini  bunker, casematte, sbarramenti
anticarro, retiicolati.
Ad ogni km. 5 sorgevano i forti, vere e proprie
città sotterranee con almeno 1500 umini sstribuiti in
cinque piani sottoterra.
Tre militari belgi in servzio di perlustrazione accorrono sul luogo dell'atterraggio e notano che uno dei due piloti -incolumi- era intento dietro una siepe a brucare delle carte. Si trattava del maggiore Helmuth Reinberger la cui grossa borsa di pelle conteneva il piano segretissimo di invasione di Belgio e Olanda; il maggiore Reinberg stava tentando con fretta e molta diligenza di distruggere prima che arrivassero i militari belgi tutti i documenti della borsa. Li aveva ricevuti per portarli da Berlino a Colonia e, per la sua missione segretissima, aveva accettato il passaggio aereo di un suo collega.

Il governo belga quasi non riusciva a credere di trovarsi in mano il piano tedesco di invasione del proprio paese. Pensò ad un trucco dei serviizi segreti tedeschi. Ed invece si trattava di un vero caso del destino che quel governo non seppe o non volle sfruttare a dovere.  

La notta del 10 gennaio alla Cancelleria di Berliso si apprende dell'aereo (con il piano di invasione) costretto ad atterrare in territorio belga ed Hitler piomba in profonda costernazione. Consultandosi con i fidati Jodl e Goring decide di proseguire secondo il "piano", perchè non c'era tempo per riconsiderarlo. 
Non è che mancassero i timori e le indecisioni; ed infatti nonostante i servizi segreti provassero ad assicurare che  il piano fosse stato ridotto in cenere, il 13 gennaio Hitler decide il rinvio del piano anche perchè da Belgio ed Olanda arrivano notizie di parzali mobilitazioni dei due esercti e, peraltro, le previsioni del tempo appaiono sfavorevoli.
Egli dispone pertanto la complessiva rielaborazione dei criteri di penetrazone in Belgio/Olanda in modo da garantirsi "la segretezza e la sorpresa".

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