15 Febbraio 1936.
Le truppe del maresciallo Pietro Badoglio, impegnate nella guerra d'Etiopia, occupano l’Amba Aradam; è ormai aperta la via verso l’Amba Alagi.
La decisione di invadere l'Etiopia iniziò a maturare nell'Italia fascista a partire dal 1930.
Il pretesto fu offerto il 5 dicembre 1934 da un incidente presso la località di Ual-Ual, lungo la frontiera somala. L'imperatore d'Etiopia, Hailè Selassiè, preoccupato dai progetti italiani, si rivolse alla Società delle Nazioni. Quando l'opinione pubblica internazionale iniziò a mobilitarsi contro la violenta aggressione dell'Italia, la Società delle Nazioni approvò una serie di sanzioni economiche contro l'Italia (ottobre 1935).
Il 2 ottobre 1935, in un discorso Mussolini annunciò l'inizio di una guerra provocata senza alcuna causa plausibile, rispolverando come giustificazione la bruciante sconfitta subita dall'Italia alla fine del secolo precedente: «Con l'Etiopia abbiamo pazientato quaranta anni! Ora basta!»
L'esito della guerra era facilmente immaginabile considerato l'enorme dispiegamento di mezzi disposto dall'Italia.
Il 3 ottobre le truppe italianeiniziarono ad invadere l'Etiopia dall'Eritrea, occupando in breve tempo Adua, Axum, Adigrat, Macallè.
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