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mercoledì 19 febbraio 2020

19 Febbraio

19 Febbraio 1937 

Attentato di Addis Abeba: a causa del clima di tensione provocato dal Regio esercito italiano nella gestione dell’Etiopia appena colonizzata, tre granate vengono lanciate dalla folla ed esplodono nei pressi della compagnia italiana che accompagnava il generale Rodolfo Graziani. A seguito di questo attentato il viceré riportò alcune ferite ma rimase in vita.

Italiani brava gente
Immagine sulla reazione italiana
dopo l'attentato al gen.le Graziani
Il fallito attentato diventa l'occasione per quello che Mussolini definisce, in un telegramma a Graziani del 20 febbraio, «inizio di quel radicale repulisti assolutamente (...) necessario nello Scioà». E il giorno dopo, sempre il Duce, telegrafa: «Nessuno dei fermi già effettuati e di quelli che si faranno deve essere rilasciato senza mio ordine. Tutti i civili e religiosi comunque sospetti devono essere passati per le armi e senza indugi».
Le violenze continuano per molti giorni, andando ben al di là dei tre giorni successivi nei quali si scatena la rappresaglia immediata. Circa 700 indigeni, rifugiatisi nell'ambasciata inglese, vengono fucilati appena usciti da questa.
Non si conosce il numero esatto delle vittime nei primi giorni successivi all'attentato. Fonti etiopi parlano di 30.000 vittime, fra 3.000 e 6.000 secondo la stampa straniera del tempo.
Gli attentatori, intanto, nonostante la taglia di 10.000 talleri messa sulle loro teste non si trovano. Su ordine di Graziani alla fine di febbraio vengono fucilate decine di notabili e ufficiali etiopi. Tutti muoiono con grande dignità e maledendo l'Italia.

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