Spunti tratti dal testo di Giuseppe Carlo Marino "Il terremto in Sicilia".
Nel 1968 a Santa Margherita fra i tanti danni recati dal terremoto vi fu anche il Palazzo dei Filancieri di Cutò. Si tratta delo stesso edificio in cui fu ambientato un celebre "capitolo" o brano del film il Gattopardo.
La prima foto qui accanto mostra il prospetto nella sua originaria struttura (si tratta di una foto di repertorio).
Le successive impressionanti foto mostrano il prospetto del Palazzo in due fasi della distruzione ad opera delle scosse di terremoto.
Una scossa dopo l'altra ed il Palazzo si è sbriciolato, poco alla volta, come mstrano le ulteriori foto qui sotto.
La vicenda
-storia di baroni di feudi-
ma anche storia di una tradizione ultrasecolare della cultura siciliana
Ruderi |
Il Palazzo era stato edificato sui ruderi di un preesistente castello saraceno, di cui fa menzione il noto gegrafo e storico Edrisi nel libro di Re Ruggiero.
Nel 1546 costituiva una Rocca, abitata da poche persone.
Nel corso del tempo l'edificio fu più volte rimaneggiato, simbolo della baronia di Misilindino.
Ruderi |
Il Palazzo entrò a pieno titolo nella storia feudale della Sicilia, in un primo momento quando appartenne al conte Adernò Antonio Moncada di Montecateno e -dopo una serie di ulteriri passaggi- nel 1433 appartenne ai baroni Corbera che vi risiedettero allungo.
Nel 1620 la baronia di Misilindino passò ai Principi Filangeri di Cutò.
L'ultimo dei Filangeri-Tasca fu l'on.le Alessandro che smembrò la baronia e dedicò parte del patrimonio per sostenere un quotidiano di ispirazione socialista-riformista da lui fondato.
Il Palazzo appartenne -prima di passare alla fruizione pubblica- alle famiglie Scaminaci e Fasullo.
Palazzo Filangieri Come appare oggi, dopo il recupero post-terremoto Destinato a Parco Letterario |
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