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venerdì 21 febbraio 2020

I giovani ed il futuro. La politica è distratta e non sa cosa sia la programmazione del domani

Che tipo di formazione impartisce la scuola ?

Se ci soffermiamo a osservare la realtà  siciliana i licei primeggiano sugli istituti tecnico-professionali. Il riscontro lo si ottiene dalle iscrizioni alle scuole superiori: 
== su un totale di 243.738 studenti, 124.533 frequentano i licei (51,1%), 69.764 gli istituti tecnici (28,6%) e 49.421 i professionali (20,2%).
Al Nord il numero degli iscritti alle scuole tecniche e professionali supera quello dei licei: 
Veneto: 117.535 contro 85.981,
Lombardia:  203.823 contro 180.640,
Emilia Romagna 108.087 contro 84.852
Nel Centro-Sud i licei vanno ancora per la maggiore, con punte di 162mila alunni in Campania, 154mila nel Lazio e 124mila in Sicilia.
In regioni come la Sicilia ci sono sempre meno operai e tecnici specializzati, con conseguente diminuzione di lavoratori diplomati. La presenza del gran numero di liceali -secondo gli osservatori- ritarda l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. La constatazione è che chi sceglie il liceo è quasi obbligato a proseguire gli studi all'Università. 
Secondo Adriano Rizza, segretario generale della Flc Cgil Sicilia «La scelta delle scuole superiori  è un tema estremamente importante per i ragazzi della nostra regione. Da una recente indagine ... condotta dalla fondazione Agnelli, nell'ambito del progetto Eduscopio, è emerso che tutte le migliori scuole individuate nella nostra regione, esattamente due per provincia, sono licei classici o scientifici. Il problema è però legato al fatto che dopo il liceo questi studenti dovranno necessariamente iscriversi all'Università. Chi economicamente può permettersi di proseguire gli studi si trova così davanti a un bivio: restare in Sicilia o andare a studiare fuori. Viste le gravi difficoltà economiche delle famiglie siciliane e il costo spropositato dei voli da e per la Sicilia, sarebbe opportuno creare i presupposti per valorizzare e classificare come eccellenze anche gli istituti tecnici e professionali».
Il sindacalista della Cgil continua. «Bisogna consentire a tutti i ragazzi di prendere l’ascensore sociale e non soltanto a coloro i quali hanno la disponibilità economica. Come? Creando un collegamento più forte tra scuola e lavoro. Obiettivo che si raggiunge sfruttando le peculiarità del nostro territorio e investendo in determinati settori. La qualità e la forza dell’agroalimentare “made in Sicily”, ad esempio, dovrebbe portare a una maggiore valorizzazione dei nostri istituti agrari. Vanno meglio le scuole turistico-alberghiere, che sono più gettonate tra i ragazzi. Bisogna però continuare a investire sull'alternanza scuola-lavoro, affinché non sia sfruttamento ma un canale diretto d’immissione nel mondo del lavoro».
«In Sicilia - conclude Rizza - malgrado ci siano ben 8 istituti tecnici nautici non esiste un solo percorso di studi universitario in ingegneria nautica o scienze nautiche. Il che suona molto strano considerato che la nostra regione è un’isola e il mare è una risorsa importante per creare opportunità di lavoro».

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