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mercoledì 9 ottobre 2019

Mulini e mulinara. Alla ricerca della Sicilia pre-moderna e non ancora contempranea

I mulini di Bagnitelle precedono
o seguono la fondazione di Contessa E. ?


Del quattrocento siciliano ai nostri giorni conosciamo molti fatti e vicende, ciò che probabilmente manca è un inquadramento complessivo che ci dia una sintesi. Se la diagnosi ora esposta è corretta è evidente che la narrazione non può che risentire dei particolari interessanti finora mancanti .
Trattando di mulini e di impianti pre-industriali una cosa certa la possiamo dire. Allora, all'inizi di quel XV secolo, così come oggi all'inizio del del XXI secolo è stata introdotta una nuova moneta, una moneta forte come oggi lo è l'euro. Al fiorino che fino ad allora era moneta corrente è subentrato il ducato, moneta questa che integra l'economia siciliana con gran parte del Mediterraneo, e non solo: col napoletano, con parte della Toscana, con la repubblica di Genova, con le Fiandre e con la stessa Londra. La Sicilia del quattrocento (quando ancora gli arbëresh non erano arrivati) cominciava quindi ad integrarsi stto il profilo econmico con i vasti domini spagnoli e anche oltre. Il re di Spagna si fregiava del titololo di re d'Aragona, di Grecia, di Sicilia e duca d Atene e Neopatria.

Secolo complesso quello di cui vorremmo scrivere e che in altre pagine del Blog abbiamo visto avere come protagonisti, nell'area che ci interessa, villani dscendenti dagli arabi, casali realizzati con pietre a secco e rami di alberi, masserie e aziende appartenenti a baroni che vivevan nei castelli. 
Secolo davvero complesso quel quattrocento. A quanto riportat si aggiunga la continua minaccia che dalle coste potesse arrivare l'ondata, lo sbarco, dei turchi mentre -dall'interno- Ferdinando il Cattolico e la moglie Isabella avviavano la campagna di odio a cui è quindi seguita la cacciata degli ebrei, la fetta di popolazione siciliana più attiva ed intraprendente. La popolzione più operosa.

Secondo dati statistici, estrapolati da dati generali, la bilancia dei pagamenti del regno di Sicilia (comunque appendice del mondo aragonese) era attiva grazie all'esportazine di frumento, sale, tonno e zucchero. Le importazioni riguardavano allora la lana, il ferro ed altri minerali.
A proposito di minerali i libri di Storia riportano come le zecche dell'isola (erano tante, una per ciascun grande barone) su disposiizione reggia (re Alfonso) producessero falsi ducati d'oro veneziani che servirono al re aragonese di conquistare Napoli.

Ci resta da capire come e perchè l'area del Belice, che abbiamo già scrutata per essere sostanzialmente semideserta dal punto di vista umano, sia stata luogo di destinazione degli arbëreshe. 
Dobbiamo però meglio capire, prima, chi erano i baroni e che spazi occupassero all'interno dei vari domini aragonesi. 

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