Perplessità all'interno del regime
Sul finire del 1939, proprio il 31 dicembre, il ministro degli esteri italiano, Galeazzo Ciano, genero di Mussolini, scrive sul suo diario: "La guerra a fianco della Germania non deve farsi e non si farà mai".
Leggiamo quella pagina:
"Mussolini ha sempre qualche ritorno di fiamma germanofilo: adesso vorrebbe scrivere una lettera a Hitler per dare alcuni consigli (finora non hanno avuto molto ascolto!) e per dire che continua a prepararsi. Per che cosa ? La guerra accanto alla Germania non deve farsi e non si farà mai. Sarebbe un crimine e una idiozia. Contro non ne vedo per ora le ragioni.
Comunque, caso mai, contro la Germania. Mai insieme, questo è il mio punto di vista. Quello di Mussolini è esattamente il contrario, mai contro e, quando saremo pronti, insieme per battere le democrazie, che, invece, sono i soli paesi con cui si può fare una politica seria ed onesta.
Per ora non è il caso di parlare di guerra: le condizioni di impreparazione sono assolute. Oggi siamo peggio che in settembre: il Gen. Favagrossa ha detto ieri che se potrà avere tutte le materie prime richieste, sì che le fabbriche lavorino a doppio turno, una preparazione abbastanza completa sarà fatta per l'Ottobre 1942. Anche Badoglio e Soddu escludono la possibilità di ogni altra azione in epoca più prossima.
Così si chiude l'anno, che per me è stato tanto crudele nella vita intima e generoso in quella politica. L'anno che sorge, a mia idea, riserverà molte sorprese, e forse assisteremo al rapido concludersi di una tragica vicenda, che l'umanità non vuole e non riesce a capiire. In questa incomprensione generale della guerra, assurda e inesplicabile, troviamo forse la chiave medesima della sua fine.
(Da Galeazzo Ciano, Diario 1939-1943
Rizzoli 1946, pp. 231-232)
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