Era l'1 Ottobre 1906 quando tutte le associazioni e Camere del Lavoro di ispirazione socialista decidono di confluire nella Confederazione Generale del Lavoro.
La sua storia è intrecciata con il pacifismo e con le grandi idee internazionali della solidarietà e fratellanza dei Lavoratori. Fin dall’inizio, la CGdL si configura come organizzazione basata sulla solidarietà generale fra lavoratori e non soltanto sulla rappresentanza di mestiere.
A differenza delle Trade Unions inglesi e dei sindacati tedeschi, l’idea di confederazione generale prevale su quella delle singole federazioni di categoria.
Nel primo decennio del 900, si realizzano importanti conquiste nell’ambito della legislazione sociale e si affermano significative esperienze di contrattazione territoriale e nazionale, da leggere nel contesto del sostegno esterno al Governo Giolitti mantenuta dall'ala riformista del Partito Socialista.
Le Camere in quel quadro gestiscono il collocamento al lavoro e la formazione professionale (grazie anche ai sussidi erogati dalle municipalità), prestano assistenza nelle controversie di lavoro, sono luoghi di educazione e emancipazione delle classi lavoratrici. In esse si insegna a leggere e scrivere e si organizzano biblioteche popolari. Il governo Giolitti vara in quel clima le prime leggi di tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli, decreta l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro, regola il riposo settimanale e impone il divieto del lavoro notturno in alcuni settori. I
Viene riformata e implementata la Cassa nazionale invalidità e vecchiaia, primo embrione del futuro Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, (INPS) e vengono firmati i primi contratti collettivi di lavoro con le aziende o su base territoriale. Nascono le prime forme di rappresentanza sui luoghi di lavoro, le Commissioni Interne.
Sono -sia pure in un clima più libero rispetto ai precedenti governi autoritari e repressivi- riforme e diritti ottenuti con dure lotte e scioperi, soprattutto nel primo decennio del 900, decennio nel quale cambia profondamente la composizione numerica delle singole categorie e il rapporto tra il settore agricolo e quello industriale si inverte per livello di sindacalizzazione.
Nessun commento:
Posta un commento